Una meravigliosamente infelice partita a poker. Questo è stato il Gp del Canada per la Ferrari che sul tavolo verde di Montreal, sigaretta in bocca e guardando storto Hamilton e Vettel, ha provato a bluffare, a far finta di avere gomme granitiche e che gli scarichi sparati all’esterno neppure le avrebbero scaldate quel tanto in più. Sì, bluffare, questo ha fatto la Rossa, provando a sviare tutti i rivali, rimanendo in pista quando l’inglese della McLaren si era invece fermato, ed ecco che un secondo certo o quasi si è trasformato in un mesto quinto che proprio non ci si capacita visto che a 6 giri dalla fine, grazie alla mossa da poker, il Cavallino era in testa.
Sembra un suicidio di rosso vestito ma non lo è; è qualcosa di meno. La difesa d’ufficio intonata a caldo da Alonso lo lascia intendere: «Avremmo potuto fermarci con Hamilton, ma in quel momento non sapevamo che cosa avrebbe poi fatto Vettel» e noi la gara la stavamo facendo anche su di lui (sottinteso, pensando al mondiale), e magari pittando in quel momento, magari avrebbe poi vinto lui, il senso delle parole di Fernando. Perché col senno del poi tutto quadra, «ma fino a quel momento il degrado delle gomme era stato graduale, poi invece sono crollate» dirà ancora.
La settima gara va dunque in archivio con la settima vittoria di un pilota diverso in questo campionato diversamente interessante. Stavolta l’affamatissimo e in crisi d’astinenza da successi Hamilton, sulla stessa pista che gli regalò il primo trionfo in F1, torna sul gradino alto e sono 18 centri in carriera. Soprattutto, si issa in vetta al mondiale con un doppio salto carpiato, da quarto che era, 88 punti lui, 86 Alonso che giocando a poker la vetta ha perso e 85 Vettel, che giocando a poker proprio come Alonso (rimanendo cioè fuori fino all’ultimo ma cambiando idea dopo essere stato sverniciato da Lewis) ha chiuso quarto (passando proprio Alonso in extremis) e da secondo che era in classifica diventa terzo. Fatto sta, tre piloti in tre punti, il mondiale non è aperto, il mondiale è una porta spalancata per più di un pilota, e fra questi l’Alonso con la Rossa ritrovata di nuovo veloce, di nuovo con la trazione come si deve, di nuovo a lottare stabilmente in alto.
Fa male proprio per questo il vortice che l’ha risucchiata negli ultimi giri, da prima a quinta, impotente a difendersi.
Fa male perché la macchina finalmente c’è, e sentite le parole di Alonso si capisce che è proprio per questa nuova consapevolezza che il team ha giocato a poker. Illudendosi e illudendoci, perdendo e perdendosi. Però anche facendoci sognare. Per un po’.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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