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Ferrari, mea culpa per 2. La Rossa era da pole, ma non Leclerc e Vettel

Charles sbatte, 9°: «Sono stato uno stupido» Seb sbaglia, 3°. E le due Mercedes ringraziano

Ferrari, mea culpa per 2. La Rossa era da pole, ma non Leclerc e Vettel

«Io sono stato uno stupido». E «io forse ho sbagliato ad azzardare senza scia». Se a distanza di pochi minuti due piloti dicono questo, non c'è da meravigliarsi se qualche metro più in là un paio di loro colleghi stanno per l'ennesima volta celebrando una prima fila. La terza, quest'anno, delle quattro fin qui assegnate. In attesa, oggi, si spera di no, della quarta doppietta consecutiva. Che sarebbe record vero in Formula uno. Mai successo.

«Io sono stato uno stupido» e «io forse ho sbagliato» sono le parole e gli stati d'animo espressi da Charles Leclerc e Sebastian Vettel. Il primo scatterà nono grazie alle penalità altrui (fra queste quella dell'ottimo Giovinazzi, finalmente in Q3, ottavo, ma retrocesso di dieci causa centralina cambiata) andato a muro nella chicane interstizio del castello ormai assurta a simbolo della pista cittadina di Baku insieme con il mega rettilineo di oltre due chilometri. Il secondo partirà invece terzo, dopo aver pagato la scelta di correre il giro clou senza piloti in zona a cui rubare le scie. Così, solo e soletto, Seb nell'interminabile rettilineo è andato a perdere una manciata di decimi a favore di Valtteri Bottas alla seconda pole di fila e re Lewis Hamilton beffato all'ultimo dal compagno finnico.

Gara, dunque, sulla carta ipotecata dalle frecce d'argento anche se il rettilineo non blinda le posizioni come avviene a Monte Carlo. Gara, però, che si presta a tutto e al contrario di tutto pensando a botti, incidenti, monoposto a muro, chicane interstiziali, incapacità manifesta di gru e commissari di essere altrettanto abili e veloci dei colleghi monegaschi. Ieri, per sgomberare la chicane dove in Q1 era andato a sbattere Robert Kubica e in Q2 la Rossa di Leclerc, sono trascorse decine di minuti. Nel caso, ci sarà ampio spazio per la safety car. E tutto questo, si spera e ci si augura, senza tirare di nuovo in ballo i tombini sollevati che venerdì mattina avevano disintegrato la Williams di Russell, fatto ridere il mondo e preoccupato un mondo per quello che sarebbe potuto essere.

Fatto sta, Charles Leclerc e Seb Vettel si sono complicati la vita. Perché le modifiche portate in Azerbaigian dal Cavallino stanno funzionando (fra questi nuovo alettone posteriore, deviatori, interventi sul fondo) e perché il monegasco aveva svettato in tutte le libere, rifilando distacchi significativi alle Mercedes e al compagno, e perché quest'ultimo, nel giorno in cui va a muro l'ingombrante e invadente nuovo compagno, ha perso l'occasione per caricarsi sulle spalle, fin dal sabato, le sorti del team. Sicuramente ci proverà oggi al via, ma forse è proprio questo il problema: che ci proverà. Il recente passato non è proprio dalla sua. Potrebbe approfittare della partenza tesa fra i due compagni davanti a lui, però avrà anche altro da fare visto che dovrà difendersi da un suo vecchio amico di autoscontri: l'olandesino al volante, Max Verstappen, che gli scatta accanto. Questo mentre Charles Leclerc non si dà pace. «Sono stato uno stupido» ripete quasi senza prendere fiato, «il team meritava molto di più, la gente che ci guarda meritava di più, ho buttato tutto nel c...cestino, è colpa mia, mi prendo ogni responsabilità, sono arrabbiato con me stesso, c'era tutto il potenziale per fare la pole, primo nelle libere, bene in qualifica... e adesso, in gara, spingerò al massimo per fare in modo che la domenica diventi un giorno positivo...». Il duo Mercedes è avvisato.

Per la verità, anche Sebastian Vettel è avvisato.

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