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La Fifa per i voti sacrifica la qualità degli arbitri

di Tony Damascelli

Q uale è la competizione calcistica più importante? Elementare, il campionato del mondo. Bene, si potrebbe e si dovrebbe presumere che per un appuntamento così illustre, scendano in campo non soltanto le migliori squadre, rappresentative nazionali, nei migliori stadi ma anche i migliori arbitri. Non è così. Anzi, la lista degli arbitri, scelta dai designatori Fifa, va in direzione opposta alla qualità e competenza ma risponde a ragioni squisitamente politico elettorali. Dunque le partite vengono affidate ad arbitri paraguagi, costaricensi, di Tahiti e della Nuova Zelanda, del Gambia e dello Zambia, etiopi ed egiziani mentre, ad esempio, non è stato scelto alcun rappresentante della Premier League inglese. Dicono i docenti della Fifa che l'Inghilterra non ha fornito direttori di gara di livello, strano, perché la Champions League e l'Europa League, i tornei più importanti dell'Uefa, non vengono arbitrati, almeno per il momento, da giudici africani, asiatici o dell'Oceania. E nessuno può contestare che i campionati delle varie leghe europee siano i migliori per l'esperienza professionale degli arbitri. Ma è meglio preoccuparsi dei voti per eventuali elezioni, meglio tenere a bada federazioni che con il loro voto possono decidere il futuro di dirigenti e affini.

Il calcio va veloce ma le istituzioni sono ancora legate a vecchi criteri, la casta non si tutela ma preferisce stare sotto schiaffo della Fifa. Se poteva essere logico alcuni decenni fa, oggi questo criterio di scelta e di designazione è controproducente come è confermato dalle partite finora disputate, dalle contestazioni, dall'inesperienza di molti arbitri al Var (il quartetto ai televisori è abbastanza ridicolo, vestito come se si trovasse in campo, faranno anche riscaldamento, si abbracceranno prima del fischio d'inizio?).

Post scriptum

Comunque il problema arbitri potrebbe essere risolto con una semplice idea: aiutiamoli a casa loro.

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