
Dopo quattro turni di campionato, è già diventata esplosiva la situazione del mondo arbitrale. E qui i fattori che s'intrecciano sono essenzialmente due: uno frutto della tensione intestina (tra Can e vertice dell'Aia) e uno di carattere esterno scandito dalla striscia inquietante di errori commessi da fischietti e varisti senza alcuna distinzione. Per orientarsi in questa intricata e complessa questione, è meglio partire dalle fibrillazioni interne alla categoria. Nei giorni scorsi, sul tema dei rimborsi spese e di altri ritardi amministrativi nelle procedure interne, c'è stato un incontro chiarificatore tra il presidente Gravina e il rappresentante degli arbitri internazionali, Guida, che è servito a far rientrare una stravagante minaccia di sciopero e a fornire anticipazioni circa una prossima riforma interna che il governo federale ha in mente di approvare. L'obiettivo di fondo sarebbe quello di realizzare una struttura autonoma - sul modello del club Italia per la nazionale - con la partecipazione azionaria di Figc e i contributi economici di Lega serie A e Lega serie B (una percentuale sui diritti tv per il contributo offerto con l'introduzione della Ref-cam) per coprire le spese del settore e sottrarre all'Aia il controllo politico-tecnico su promozioni e pre-pensionamento degli arbitri.
A questa struttura farebbero capo anche gli arbitri, non più in attività ma che per motivi esclusivamente economici avrebbero bisogno di un reddito minimo per non passare dalle cifre incassate in precedenza a zero: in pratica verrebbero loro assegnati compiti di selezione e formazione di giovani fischietti per giustificare un rimborso spese (1.500 - 2.000 euro) mensile. Se fossero solo questi i tormenti della categoria, si potrebbero dormire sonni tranquilli. E invece sono le precarie prestazioni, concentrate tra la terza e quarta giornata del campionato di serie A, a stringere in una morsa lo stesso Rocchi e la sua squadra di collaboratori. Qui gli sfondoni sono stati uno più inquietante dell'altro perché sono cominciati con Fabbri varista di Milan-Bologna che nega all'arbitro Marcenaro la visione del secondo rigore e sono finiti con la chiamata inopportuna del varista Mazzoleni (tra i più esperti del settore) che invece di aiutare l'arbitro Crezzini (semi debuttante) lo induce in errore segnalando un tocco involontario di mano del pisano Leris che ha la mano a terra e incontra, involontariamente, il pallone, cancellando quindi il rigore a favore del Pisa (pestone di De Bruyne su Leris). Ma la questione aperta dalle scelte in Bologna-Genoa e Verona-Juve è di sicuro la più preoccupante a tal punto da rendere indispensabile l'intervento in tackle di Gianluca Rocchi che ha ammonito Tudor per le dichiarazioni rese sabato sera ("scelte vergognose"). Ha commentato il designatore: "Tudor ha ragione ma abbassi i toni o sarà gazzarra".
E a proposito dei cosiddetti rigorini ha riconfermato le linee guida precedenti sui falli di mano ("sbagliati quelli fischiati in Bologna-Genoa e Verona-Juve") sottolineando infine l'errore commesso in Napoli-Pisa per il mancato secondo rigore cancellato ai toscani. A questo punto c'è anche chi sospetta che l'incipit disastroso di arbitri e varisti sia conseguenza oltre che della scelta di alcuni giovanissimi fischietti anche del clima all'interno del mondo arbitrale.