La Fontana cerca il poker di medaglie. Poi avrà la bandiera

Arianna vuole il podio dello short track anche nei 1000 metri: "Posso farcela". E domenica sarà l'alfiere alla chiusura

Da sinistra, Lucia Peretti, Martina Valcepina, Arianna Fontana ed Elena Viviani
Da sinistra, Lucia Peretti, Martina Valcepina, Arianna Fontana ed Elena Viviani

Comunque vada è già un successo. Arianna Fontana sara' la portabandiera dell'Italia nella cerimonia di chiusura dei Giochi di Sochi in programma domenica al Fisht Olympic Stadium. Sì, quella bandiera che il presidente Giorgio Napolitano ha affidato alle mani di Armin Zoeggler quasi un mese fa, ora passa nelle mani di Arianna Fontana. Nessuno dei due alfieri ha tradito. Lui, fra i veterani, lei fra le giovani d'età ma veterane per carriera, alla sua terza olimpiade sempre a medaglia. Tre Giochi meno di Armin e ancora tanto ghiaccio da pattinare. E il bello è che nel derby fra ghiaccio e neve sono per ora gli sport del ghiaccio, di rink e di budello, a vincere sugli sport della neve. Questo è il dato certo. Sul "dress code", invece, richiesto per la cerimonia di chiusura è ancora mistero: si, perché Arianna Fontana al collo potrebbe allacciarsi anche una quarta medaglia, oltre alle tre che sicuramente comporranno il suo diadema posto olimpico e pre nuziale. L'azzurra è sicuramente l'eroina di questi Giochi: senza di lei il nostro bottino di medaglie sarebbe letteralmente dimezzato. Sua la seconda medaglia, poco dopo quella di Armin, nei primi giorni di Giochi, con l'argento nei 500 metri dopo la suspence e la squalifica dell'atleta inglese che aveva intralciato un po' tutte le finaliste. Da allora, con cadenza di 48 ore, sono arrivate altre due medaglie: prima è stata la volta del bronzo nei 1500 metri, quindi un'altra caduta, in seguito ad un contatto con una coreana. Botte, strategia, spintarelle che non hanno precluso il terzo sigillo, un altro bronzo in staffetta, premio in condominio con le "girls" "Made in Valtellina", Lucia Peretti, Martina Valcepina ed Elena Viviani. Oggi Arianna ci riprova nei 1000 che sarebbero una delle gare a lei più congeniali. Il che, dopo tre medaglie, è tutto dire. I due coach, cui il prosieguo di carriera di Arianna è legato, non nascondono altre ambizioni più grandi per la prova di oggi: "Quando non possiamo giocarcela fino alla fine non e' la stessa cosa - si sbilancia uno dei due canadesi in azzurro, Kenan Goudec - ma una medaglia e' sempre una medaglia e Arianna è una combattente". Questo è il viatico per la prova di oggi: obiettivo stare in piedi e vincere a prescindere dalle cadute delle altre. Fontana sa di aver il poker nelle lame, ma non si sbilancia ne si piega come fa in pista in pista: "Al poker penso, ovviamente, ma l'obiettivo resta entrare in finale". Del futuro più vicino non chiedetele di più: oggi si saprà che mano di poker le ha riservato il destino. Del futuro prossimo è più facile parlare: "Se chiudessi qui la mia carriera sarei comunque contentissima", spiega Fontana. Meno contenti sarebbero la federazione ghiaccio e il movimento tutto dello short track azzurro. Arianna, dopo 5 medaglie, è pronta ad appendere i suoi pattini d'argento al chiodo.

Anche in mancanza d'oro. D'oro saranno di sicuro le nozze fissate per il 31 maggio fra lago di Como e monti: Anthony Lobello si trasformerà da compagno di pattini a compagno di vita. E quella forse sarà la medaglia più bella.

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