La Francia passeggia col fantasma Honduras

Nella marcia di avvicinamento all'avventura brasiliana - conquistata nello spareggio del novembre scorso con l'Ucraina - la truppa di Deschamps aveva viaggiato a fari spenti, tranne forse nella polemica finale con il Bayern per l'infortunio e il forfait di Ribery. D'altronde gli ultimi trascorsi mondiali della Francia - mettendo da parte la capocciata di Zidane a Materazzi - erano stati traumatici. L'orrore del Sudafrica, coinciso con una delle pagine più nere della reputazione dei Bleus e con la fine dell'era Domenech, era un fardello da eliminare al più presto. Così come c'era da sfatare il tabù della prima partita iridata che dal 1998 vedeva i Galletti senza vittorie e senza reti all'attivo.
Tutto cancellato nella serata di Porto Alegre, dove la truppa dei giovani di Deschamps - che sta ricostruendo con saggezza un gruppo che vuole stupire (Lippi lo considera la possibile rivelazione del torneo) - offre una prestazione convincente e archivia senza problemi la pratica Honduras, apparsa una delle nazionali più deboli della rassegna brasiliana.
Il debutto mondiale diventa così poco più di una formalità per i transalpini, anche se per affossare la resistenza della squadra di Suarez serve un'ingenuità di Wilson Palacios (secondo giallo su Pogba, buttato giù in area) e il rigore trasformato di Benzema, che farà il bis verso i titoli di coda, arrivando a 23 reti con la maglia dei Bleus.
Il resto lo fa la tecnologia, che per la prima volta al Mondiale si sostituisce in maniera ufficiale a una decisione arbitrale: il sistema di gol-non gol adottato dalla Fifa svela che il pallone toccato dall'attaccante francese del Real Madrid, finito sul palo e poi sulla schiena del portiere Valladares varca completamente la linea di porta.
Niente inni nazionali prima del calcio d'inizio, senza nessuna spiegazione da parte dello speaker. In una partita poco spettacolare, solo una squadra prova a fare la partita ed è quella di Deschamps. Che nell'undici iniziale preferisce Griezmann, il 23enne esterno offensivo della Real Sociedad, a Giroud, forse perchè perchè il primo ha caratteristiche più simili a quelle di Ribery, il grande assente in casa transalpina. Le due traverse dei francesi, la serata da spettatore non pagante di Lloris e la costante pressione di Pogba e compagni legittimano il vantaggio che arriva alla fine del primo tempo. Partita in discesa, punteggio che si allarga con il passare dei minuti anche per la deconcentrazione dei modesti honduregni e il ct francese ne approfitta per fare alcuni cambi, una rotazione utile per capire chi potrà giocare la ben più impegnativa sfida con la Svizzera.


L'unica nota stonata diventa così l'infortunio di Evra, uno dei reduci e degli «ammutinati» del Sudafrica, che in un contrasto rimedia un brutto colpo alla caviglia. Se il suo mondiale sia già finito, si saprà solo nei prossimi giorni.

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