Meglio non strapparsi i capelli, la nazionale di Prandelli non ha l'obbligo di passare per una imbattibile armata ma la scelta di non convocare Rossi fa avanzare un dubbio sulle idee del ct: toglie Pepito per evitare problemi, così ha Balotelli titolare, Immobile riserva e nessun altro a fare ombra. Dunque quel che capita va visto nel verso più consono. E con Montolivo fuori gioco per frattura, il ct non poteva chiedere di meglio per creare l'atmosfera e magari alimentare qualche alibi. Si sta creando l'ambito ideale per sentirsi soli contro tutti, soprattutto contro la cattiva stella. Basta richiamarsi a Bearzot e Lippi per capire cosa significhi chiudersi nel fortino, arroccarsi nella forza di gruppo che, poi, non può essere forza se non hai campioni e interpreti, se non trovi l'uomo che fa la differenza. Questa è storia del calcio più che storia dell'Italia. Sarebbe bastato guardare la finale Champions tra Real Madrid e Atletico per capire quanto contino i campioni a cinque o quattro stelle.
In mancanza di grandi interpreti, la sfida con l'Irlanda ha confermato, Prandelli si ritrova con questo insperato aiuto. A dispetto degli esploratori dell'ovvio. Certo, il povero Montolivo non sarà d'accordo ma non immagina quanto la sua personale sfortuna, intesa come frattura alla tibia e addio al mondiale, sarà d'aiuto al ct tanto amato. Fortuna e frattura stavolta si coniugano insieme e non sembri un controsenso. Stamane il centrocampista sarà operato a Milano ed è l'aspetto triste e dispettoso della storia. Poi ognuno potrà fare valutazioni. Quanto la sua presenza avrebbe davvero cambiato la sostanza della nazionale? Poco, molto poco. La carriera parla per lui: in ogni senso. Ottimo giocatore, buon corista, ma quasi mai cambia faccia alla squadra. Montolivo non rappresenta quel che significa Luis Suarez per l'Uruguay, oppure Radamel Falcao per la Colombia o Mario Gomez per la Germania, o anche Diego Costa per questa Spagna che punta su di lui o magari Kevin Strootman, centrocampista come il nostro, ma con altro peso nel centrocampo olandese. Il Brasile lascerà fuori Thiago Silva dalla prossima amichevole, ma sarebbe un problema se i guai fisici non lo lasciassero in pace durante il mondiale.
Il mondo Italia ovviamente è rimasto stordito, Montolivo è un leader di spogliatoio. Lo ha ricordato De Rossi: «Perderemo uno dei vecchi storici, ragazzo positivo e corretto. Fa davvero male». Prandelli ha avuto altro tipo di grattacapi. L'amichevole con l'Irlanda ha dimostrato che la squadra deve scalare qualche gradino. Verratti e Darmian lo hanno rinfrancato: il centrocampista ha dimostrato che se la qualità sale al potere, gioco e opportunità lievitano. L'esclusione di Montolivo ha risolto dubbi di scelta e la resa carta velina di Aquilani non ha fatto cambiare idea al ct. Il rischio di portarsi difensori inadeguati (Maggio e Pasqual, tanto per citare) dimostra che la nazionale dovrà andare ben al di là del catenaccio fuori campo.
La fortuna di Prandelli sta nel fatto che nessuno gli chiede di andare a vincere il mondiale, basta una buona figura. L'idea rilanciata dall'amichevole di Londra dice che l'attacco è a prova di qualità anche se non si sono visti gol. Altro controsenso: qualità senza gol. Ma Cassano, Immobile, Balotelli e Insigne hanno talento nei piedi, non sempre nella testa. L'aver schierato Pepito contro l'Irlanda (peraltro mal servito e il tanto dovrebbe bastare a indurre a qualche valutazione sul centrocampo da rivedere e ripensare) fa venire cattivi pensieri su quali fossero le reali intenzioni di Prandelli a meno che non volesse dimostrare che non valeva la pena portarlo in Brasile. Una scelta un po' alla Bearzot ma più discutibile. Il «vecio» lasciò a casa un cannoniere come Pruzzo, ma trovò Paolo Rossi. Qui il cannoniere Immobile parte, ma quelli che gli stanno dietro sembrano perfino migliori (Destro paga un'infelice risposta alla proposta di fare la riserva). Il ct non rinuncia a Cerci, eppure sembra il meno adatto all'aria da torneo con conseguente atmosfera, pressione, carica agonistica.
Comunque, le sensazioni sono positive. Valga per tutti De Rossi: «Sono ottimista, l'amichevole avrebbe dovuto dare indicazioni non conferme». Valga l'impressione lasciata a tutti da Cassano. E che l'ex capitan futuro ha riassunto così: «Sicuramente potrà darci qualità, estro e personalità.
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