Le garanzie di Berrettini tra Panatta e la Pericoli

Le garanzie di Berrettini tra Panatta e la Pericoli

Un po' Panatta e un po' Lea Pericoli. Se vogliamo proprio ingabbiare Matteo Berrettini scomodando i paragoni con il passato, ci piace vederlo così. Un po' Panatta perché gli esperti dicono che gli assomigli sotto rete, ma ci piace accostarlo al grande Adriano anche per la sua romanità, che nel tennis italiano equivale a un marchio di fabbrica, visto che tutta la nostra più grande tradizione tennistica ci riporta alla capitale, da Nicola Pietrangeli a Panatta, appunto, per non risalire fino a Marcello Del Bello, un altro che arrivò nei quarti di uno slam. Ma Matteo in prospettiva ricorda un po' anche Lea Pericoli, perché, come racconta Gianni Clerici, un altro che in fondo ha percorso la stessa strada, il suo sogno è quello di diventare giornalista sportivo. Gli auguriamo il più tardi possibile, anche se la cosa ci lusinga, in tempi in cui le soddisfazioni per la categoria (dei giornalisti) si stanno un po' ridimensionando. E la nostra Lea (che per anni ha commentato il tennis su queste pagine) resta sicuramente l'esempio più incoraggiante per chi vuole passare dalla racchetta alla tastiera. Fuori dalle divagazioni, di questo gigante romano che sta incantando New York, stupisce soprattutto la precocità con cui sta arrivando a questi risultati, cosa che per il nostro tennis più recente è abbastanza inconsueta, perché negli ultimi anni abbiamo imparato a vedere sbocciare i migliori talenti in età un po' più avanzata. Berrettini piace perché ha davanti un futuro, perché il nostro tennis con lui, Fognini e Cecchinato, può tornare finalmente protagonista, in controtendenza con quello che sta accadendo tra le donne, ma piace anche perché non è arrivato a questi livelli per caso o per solo puro talento.

Matteo talento ne ha, ma ha anche saputo costruirsi, studiare da grande tennista, non solo tecnicamente ma anche mentalmente. Ecco perché i quarti degli Us Open conquistati 42 anni dopo Barazzutti, e speriamo anche le semifinali (stanotte i quarti contro Monfils) come fu per il grande Corrado, consegnano finalmente un futuro al nostro tennis.

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