Gazidis risponde a Maldini Ma il Milan sul baratro si aggrappa alla storia

L'ad: «Elliott non vuole tornare al top in 15 anni» Una B così vicina pure con Ancelotti e Allegri

Gazidis risponde a Maldini Ma il Milan sul baratro si aggrappa alla storia

In un ambiente già depresso di suo, il carico ce l'ha messo Wanda Nara, spiegando che in estate il suo Maurito avrebbe gradito molto volentieri di passare al Milan. Già, chissà come sarebbe stato questo povero Diavolo con Icardi al centro dell'attacco? Un'arma in più per la squadra o un problema in più per il club viste le performance della signora? Domande senza risposta, come quelle che si fa la gente rossonera sul presente e sul futuro del Milan. Domande a cui l'unico a poter dare una risposta è Ivan Gazidis, ad e interprete dei pensieri di Elliott, gruppo visto a Milano come entità lontanissima di cui non si percepiscono ambizioni.

Nell'attesa ci si deve accontentare delle risposte date da Gazidis all'assemblea degli azionisti, partendo dal messaggio indiretto a Paolo Maldini, le cui parole sembra non siano state molto gradite dai signori Singer, papà e figlio, titolari di Elliott, anche se il popolo rossonero le avrà sottoscritte interamente: «La proprietà ha una visione chiara e audace, vuole portare il Milan ai vertici del calcio italiano e mondiale e non metterci 10-15 anni. Abbiamo una strategia chiara, investire in giocatori giovani che possano diventare top player. Adesso abbiamo il team più giovane della serie A, ma non vuol dire che non investiremo in leader per la crescita come fatto con Higuain. Maldini e Boban stanno facendo un ottimo lavoro. Ma se bruceremo soldi su giocatori in declino, non solo peggioreremo i conti, ma andremmo a peggiorare anche la parte sportiva. Elliott si sta prendendo un impegno ingente per il club e per la città con il nuovo stadio. C'è un investimento da 1,2 miliardi. Tutto questo serve a finanziare una squadra che torni ad alti livello».

E di fronte alla classifica imbarazzante anche Gazidis si fa scappare una mezza promessa: «Nel mercato di gennaio, di solito, non mi piace essere molto attivo ma, a volte, si rende necessario». Già, perché con questo Milan è difficile ipotizzare un futuro brillante, alla luce anche delle sfide imminenti: Lazio, Juve e Napoli dopo lo scontro salvezza con la Spal. Laddove scontro salvezza non andrebbe nemmeno tanto virgolettato, visto che tra rossoneri e ferraresi (penultimi) ci sono solo tre punti.

Una situazione che sembra anormale ma che in fondo ripete situazioni già viste anche di recente, in un decennio che dopo lo scudetto del 2011 ha visto una continua depressione. Dieci punti dopo nove giornate come nel 2012, terzo anno di Allegri, qu\ando la squadra partì malissimo e anche allora viaggiava appena 3 punti sopra la zona rossa con 5 sconfitte già al passivo come oggi, prima di una lenta risalita che però alla fine portò i rossoneri addirittura al terzo posto e alla conquista di un pass Champions. Ma anche l'anno seguente, dopo nove gare, i punti erano solo 11 e quella volta Allegri ci rimise il posto.

E persino nel 2007, in piena era berlusconiana e con il Milan fresco campione d'Europa, dopo 9 giornate

Ancelotti si ritrovò in questa condizione: 10 punti e più 3 sulla zona calda. Ma alla fine fu quinto posto ed Europa league. Insomma, la storia insegna che è ancora tutto possibile. Di certo non con il Milan visto a Roma.

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