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La Germania va subito kaputt I campioni ritornano a casa

Un gruppo che non è squadra tradito dai suoi veterani e dalle divisioni interne. Loew: «Colpa mia, ko meritato»

La Germania va subito kaputt I campioni ritornano a casa

Davide Pisoni

Germania, kaputt. Letteralmente: finita, annientata. Nulla sarà più come prima. In Russia si riscrive la storia del pallone. Il 27 giugno 2018 è una data che ribalta il mondo. La Corea del Sud elimina i campioni in carica tedeschi, che consumano il loro dramma sportivo quasi senza combattere. Alzano una bandiera bianca che si scontra con il mito dei panzer del calcio. Per la prima volta sbattuti fuori dal Mondiale al primo turno con la formula a gironi. C'è solo un altro precedente che risale ai tempi di Hitler, dal Mondiale del '38 in cui la Germania uscì subito dalla rassegna iridata. E nei corsi e ricorsi storici la caduta avviene nella stessa terra dove di fatto si frantumò l'utopia hitleriana.

In Russia restano solo le macerie di una nazionale che sembrava invincibile. Consumata da lotte intestine, con il clan dei bavaresi del Bayern isolato, ma soprattutto da un cambio generazionale in cui non si è avuto il coraggio di mettere da parte la riconoscenza nei confronti degli eroi di quattro anni fa. Con la colpa di non avere imparato dagli errori altrui. Perché è la terza volta di fila che i campioni del mondo salutano al primo turno. Prima dei tedeschi era successo all'Italia in Sudafrica e alla Spagna in Brasile. Una sorta di tabù rafforzato da un'altra maledizione, quella del girone F. Chi ci finisce dentro non alza mai la coppa del mondo.

Riduttivo e semplicistico ridurre l'eliminazione della Germania a una combinazione diabolica. Perché quella vista in Russia è una nazionale che non è mai stata squadra. Lo si è capito contro il Messico e il miracolo all'ultimo minuto contro la Svezia ha dato solo l'illusione di aver ritrovato il dna da panzer. Invece le cavallette rosse, questo sembravano a un certo punto i giocatori della Corea del Sud per come arrivavano sempre prima sulla palla, hanno messo a nudo la piccola Germania. Crollata anche fisicamente, soprattutto smarrita, con i volti sfigurati dalla paura quando è arrivata la notizia del vantaggio della Svezia. Kroos e compagni avevano un colore terreo. Avevano creato troppo poco: Hummels murato dopo quaranta minuti e a inizio ripresa un miracolo del portiere su Goretzka e un tiro di Werner fuori di un soffio.

E sull'orlo del baratro i vecchi leader hanno tradito, da Mueller a Ozil. Uno su tutti: Manuel Neuer. Un infortunio al piede gli aveva fatto saltare la stagione. Ha voluto esserci a tutti i costi. E nel pomeriggio di Kazan si consuma la sua parabola, annunciata nel primo tempo da una papera alla quale aveva rimediato in extremis. Il portiere e capitano nel finale si lancia in un assurdo assalto, tenta un dribbling sulla trequarti avversaria, perde palla e Son va a segnare a porta vuota il gol del due a zero. Il giocatore del Tottenham con questo gol probabilmente non risponderà alla chiamata del servizio militare, esentato per meriti sportivi. Dopo la sconfitta con il Messico che era costata l'eliminazione alla Corea del Sud, era scoppiato in un pianto a dirotto. L'azione del due a zero è l'emblema di un disastro storico, di una catastrofe inimmaginabile. Loew si assume la responsabilità: «È tutta colpa mia. Non abbiamo fatto abbastanza, meritiamo l'eliminazione». Il ct tedesco, che aveva appena rinnovato il contratto, accusa il colpo: «Il futuro? Ho bisogno di qualche ora di riflessione». Uno choc per chi è salito sul tetto del mondo solo quattro anni fa e deve assistere alla caduta della sua Germania, sorpresa dai coreani che non avevano più niente da chiedere. Una partita d'orgoglio, esaltata nel recupero dal gol del vantaggio, prima annullato per fuorigioco e poi convalidato dal Var per il tocco di Kroos, proprio l'eroe contro la Svezia, a innescare uno dei tanti Kim. Ma non uno qualunque, il miglior giocatore sudcoreano del 2015, un bronzo olimpico vinto. E gioca nel Guangzhou Evergrande di Fabio Cannavaro. Insomma non un dentista, ma un giocatore vero.

Da ieri anche i tedeschi hanno la loro Corea.

Non è del Nord ma del Sud. D'altra parte l'arrogante Germania non potrà mai essere come l'Italia. I tedeschi scoprono la vergogna mondiale. Un'umiliazione mai provata. Subito a casa.

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