Il doping irrompe a Sochi: beccato bobbista Frullani

Positivo a uno stimolante. È il primo italiano mai coinvolto dai controlli. Malagò: "Superficialità e follia". Esclusi anche una tedesca e un'ucraina

William Frullani (a sinistra)
William Frullani (a sinistra)

Purtroppo a Sochi, al sedicesimo giorno di Olimpiadi, è arrivata anche la non notizia del doping: dubbi e sospetti in cui purtroppo è coinvolta anche l'Italia. Il nome di William Frullani, bobbista del team a 4 pronto ad esordire oggi nella sua gara, è stato il terzo a venire fuori nella giornata più nera dei Giochi. Prima era toccato alla biathleta Evi Sachenbacher: positiva ai controlli, dopo cinque medaglie olimpiche ed ora un unico grande dubbio, è già stata spedita a casa. Poi è stata la volta di una atleta ucraina, quindi all'azzurro del bob. Frullani, classe 1979, è stato trovato positivo al dymetylpentylamine durante un controllo al villaggio olimpico quattro giorni fa: aveva già chiesto le controanalisi dando la colpa ad un integratore comprato via web su un sito americano. L'esito però della controprova, basata sul cosiddetto «campione b», è stato positivo e così il Cio lo ha escluso dalla delegazione azzurra mentre il Coni ha ottenuto la sua sostituzione per la prova di oggi con la riserva Samuele Romanini. Frullani, natali a Prato, decathleta di lungo corso e media carriera, si è votato al bob da due stagioni, come spesso capita a molti atleti che dall'atletica si reinventano una attività «invernale» in particolare negli sport del ghiaccio. Se l'esempio più fascinoso, in questi giorni a Sochi, è quello della statunitense Lolo Jones - dagli ostacoli al bob - quello ad oggi più cupo è targato Italia. «Ha preso un integratore senza controllare cosa contenesse - ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò - e questo significa superficialità e follia». La notizia della positività di Frullani non è stato un fulmine a ciel sereno: «Quando il capo missione Carlo Mornati mi ha detto che poteva esserci una sorpresa negativa, per qualche ora siamo stati agitati», ha aggiunto Malagò. Poi il sollievo, trattandosi di un atleta che ancora non aveva gareggiato.

I controlli antidoping si effettuano, ai Giochi invernali, dal 1968 ma nessun italiano era mai stato coinvolto. Frullani però non sembrerebbe rischiare una squalifica pesante. Infatti, il dymetylpentylamine è uno stimolante della categoria S6 e la sanzione potrebbe addirittura essere senza squalifica.

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