Gioco e gol: Inzaghi rimette in riga l'Inter

Dopo i passi falsi con Samp e Real, nerazzurri ritrovati. E Lautaro è leader

Gioco e gol: Inzaghi rimette in riga l'Inter

C'era una volta Lukaku e intorno a lui girava il pianeta Inter, costruito da Antonio Conte per esaltarsi nelle qualità del gigante belga. Tutti, compreso il gemello Martinez, dipendevano dalla luna di Lukaku e dagli spazi che il gioco nerazzurro, fatto di lunghe attese e rapide ripartenze, sapeva offrire al centravanti. E quando, a 20 giorni dall'avvio del campionato, Simone Inzaghi si è trovato senza il simbolo dello scudetto, avrebbero potuto essere guai grossi. Un mese dopo si sa invece che così non è stato, merito del tecnico che ha saputo trovare un'altra alchimia tattica e merito di chi anziché aver paura sta riuscendo a esaltarsi. Su tutti proprio Lautaro Martinez, che una partita dopo l'altra sta crescendo esattamente come l'Inter, non tanto per quanto segna (3 gol in 3 partite) ma soprattutto per come gioca. Semplicemente, da leader.

Se esiste un modo per farlo, il Toro si muove in campo da leader: non si nasconde mai, anzi pare un faro sempre acceso e bene in vista; corre e recupera, passa e calcia, scatta, si sbraccia. Un attaccante totale, che non ha paura di sbagliare, ama prendersi le responsabilità e pare davvero rinvigorito dalla partenza del gemello, che inevitabilmente finiva per fargli ombra, non solo mediaticamente.

Inzaghi ha 4 attaccanti, a ben vedere uno in più di Conte (il quarto era Pinamonti, che continua a fare panchina anche a Empoli) e certamente serviranno tutti. Col Bologna doveva essere la sera di Correa, ma l'infortunio che lo terrà fuori anche domani a Firenze, ha voluto che fosse nuovamente Dzeko il partner offensivo del Toro. Nessuno finora segna quanto l'Inter (grazie ovviamente anche alla... generosità del Bologna, che droga le statistiche), ma là dove prima c'erano sostanzialmente solo i gol dei gemelli (l'anno scorso 7 sui 10 segnati nelle prime 4 giornate) oggi ci sono addirittura 9 marcatori per 15 gol.

La partita di Firenze sarà test vero, per l'Inter e per Lautaro. In 2 mesi, Italiano ha ridato fiducia e forza a una squadra poco meno che allo sbando. Nello stesso periodo, Inzaghi ha svestito l'Inter della dipendenza da Lukaku, metabolizzando anche l'altra pesantissima perdita di Hakimi. Dumfries in tal senso è partito benissimo e anche lui andrà verificato con continuità. Ma il centro dell'Inter oggi è il Toro Martinez, che dopo oltre un anno di chiacchiere e con un procuratore differente, si appresta a prolungare almeno sulla carta il suo contratto con l'Inter, oggi in scadenza nel 2023. L'accordo è di fatto già stato trovato (scadenza nel 2025 se non addirittura 2026) con ingaggio triplicato (6 milioni più bonus). Resta da capire solo quando verrà annunciato, ma sono particolari che non pesano.

Un contratto che con i tempi che corrono, all'Inter ma non solo, ovviamente non vale come garanzia di permanenza fino alla scadenza, ma per lo meno assicura all'Inter condizioni migliori nel caso ci fosse la necessità di venderlo.

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