
Generalmente è la strada a decidere gerarchie e classifiche, ieri ci si è messo di mezzo anche un marciapiede, che ha messo ko il nostro Giulio Ciccone costretto in serata al ritiro.
Tappa di trasferimento, tra il Veneto e la Slovenia, da Treviso a Nova Gorica, con una fuga che in pratica va in porto: vittoria del danese Kasper Asgreen (nella foto), che si aggiudica una delle frazioni più avvincenti e al tempo drammatiche. Il danese vincitore di un Fiandre nel 2021, precede di 16 Groves, Kooij, la maglia rosa Del Toro e Simon Yates; a 1'04 il gruppo di Roglic, Bernal e Ayuso; a 2' Tiberi. Ciccone addirittura ad oltre 16'. Ma andiamo per ordine.
Quando al traguardo mancano 23 km all'arrivo di Gorizia, finiscono per terra tutti gli uomini di classifica: qualcuno come Del Toro e Simon Yates si rialza subito e non perde tempo; altri come Tiberi ci mettono di più, altri ancora come Ciccone finiscono contro il marciapiede e dicono addio ai sogni di gloria. «Ho preso una brutta botta al quadricipite spiega l'abruzzese scuro in volto nel dopocorsa prima di recarsi a fare dei controlli strumentali che hanno portato alla decisione di abbandonare la corsa -. Mi fa molto male, ho preso il cordolo del marciapiede».
Come alle strade bianche di Siena, poterono più le cadute delle montagne. Ieri è stato un vero e proprio terremoto. In una tappa transfrontaliera, gli italiani vengono respinti. Da una caduta in un tratto bagnato di pavé, escono ammaccate e livide le nostre frecce tricolori. Tiberi è uno dei primi a finire nel mucchio: picchia anche lui la coscia (sinistra) e addosso gli finisce di tutto, compreso il peso massimo Mads Pedersen. Il gruppo che è all'inseguimento di Asgreen, Marcellusi e Maestri, si frantuma in più parti: Del Toro è bravo a mettere piede a terra e ripartire a tutta. «Io cerco sempre di stare attento, di stare dove bisogna stare, però può essere solo fortuna», dice la maglia rosa con una punta di modestia.
E poi aggiunge: «Non è il modo in cui mi piace guadagnare terreno e nemmeno vincere», spiega il bimbo messicano, che intanto rafforza la propria posizione in classifica, allungando su Simon Yates, l'innominato di questo Giro: del britannico nessuno parla, nessuno l'ha mai inserito nel pronostico di questa corsa rosa, ma il vice Vingegaard è secondo a 1'20 dal Torito.