«Il Brasile è pronto a combattere il turismo sessuale e la prostituzione infantile». Diceva così il presidente del Brasile Dilma Roussef a pochi giorni dal Mondiale di calcio. Lo diceva, questo è certo, ma in Brasile il giro d'affari legato alla prostituzione vale diversi miliardi di euro, soprattutto nelle località turistiche della costa: Rio de Janeiro e Fortaleza. La legge da queste parti vieta i bordelli, ma la prostituzione, a parte quella minorile, è legale. Lascia sgomenti l'elevata percentuale di prostituzione infantile: il Brasile è secondo al mondo dopo la Thailandia, le baby-prostitute negli ultimi 10 anni sono quadruplicate arrivando a circa 400mila.
Adesso, per la Coppa del Mondo, il mercato è saturo, i tradizionali "punti d'incontro" hanno cambiato indirizzo, lo dimostra una ricerca effettuata dall'Osservatorio sulla Prostituzione: da qualche mese le baby-prostitute hanno abbandonato le periferie per trasferirsi nei centri di maggiore affluenza turistica, a Rio de Janeiro tra Copacabana e Ipanema. «Qui a Villa Mimosa il mercato è fiacco», ci dice una ragazza. Le baby prostitute sono entrate anche nei giri di lusso: un turista francese ci racconta di alcune minorenni disposte a passare fino a tre settimane con le delegazioni straniere che fanno base a Rio de Janeiro al prezzo di 10mila euro. A Natal la prostituzione fa parte di un pacchetto che, per 10 euro, garantisce sesso, droga e forrò, una danza popolare molto diffusa nel Nord-est del paese. Secondo la Ong Safernet in occasione della Coppa del Mondo diverse " finte" agenzie di moda hanno usato i social network per recrutare ragazze disposte a prostituirsi. A rispondere sono state soprattutto minorenni tra i 13 e i 17 anni.
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