Calcio

Giuntoli, l'architetto specialista nel progettare trionfi

Il direttore sportivo, ex calciatore, motore del successo partenopeo, corteggiato dalla Juve

Giuntoli, l'architetto specialista nel progettare trionfi

Chissà se adesso che ha vinto lo scudetto riuscirà a dormire 8 ore di fila. L'architetto del Napoli Campione d'Italia è uno stankanovista. Uno di quelli sempre operativi, 24 ore su 24. E nel suo caso non è un banale modo di dire. Notti insonni a guardare filmati su giocatori sconosciuti e a parlare coi suoi collaboratori spesso svegliati a orari improbabili, come durante il lockdown quando tempestava di chiamate Gattuso per Osimhen. Cura maniacale dei dettagli e competenza per raggiungere traguardi incredibili. Quelli centrati da Cristiano Giuntoli, volato in 12 anni dai campi impolverati dei Dilettanti allo Scudetto. Il diesse azzurro da calciatore era uno di quei centrali ruvidi e rocciosi, che non disdegnava affatto qualche scarpata ai malcapitati attaccanti avversari. Se tecnicamente non eccelleva, già ai tempi Cristiano spiccava per leadership e temperamento. Le stesse che convincono nell'autunno del 2009 Bonacini a dargli in mano l'area tecnica di un Carpi nei bassifondi della D. Giuntoli accetta la sfida e nel mercato invernale cambia ben 16 giocatori. Intuizioni vincenti che varranno il secondo posto finale e il ripescaggio in Lega Pro. L'inizio di una scalata pazzesca. Dalla D alla A in 6 anni prima della chiamata di Aurelio De Laurentiis, che nel 2015 lo vuole in azzurro per ricostruire il club. Otto anni dopo Giuntoli è Campione d'Italia col Napoli, proprio nell'anno in cui ha avuto maggior libertà di azione sul mercato dopo la decisione del patron di ridurre il 30% del monte ingaggi. E allora via Koulibaly, Fabian Ruiz, Insigne e Mertens. Dentro Kim Min Jae, Raspadori, Kvaratskhelia e Simeone. La rivoluzione ha alleggerito i conti societari, regalando a Spalletti una fuoriserie. Un progetto perfetto. D'altronde non ci fosse stato il calcio, Cristiano avrebbe fatto l'architetto. Da ragazzo si era infatti iscritto ad architettura, dando pure 19 esami con la lusinghiera media del 29. Mica male. Ma non era quella la sua strada. Il suo cuore batteva per il pallone. Sacrifici ripagati adesso dal tricolore. Un traguardo che però non placherà la fame di vittorie di Giuntoli. Uno che ama osare, il suo verbo preferito. Coraggio che lo porta sempre a cercare nuove sfide. Nelle prossime settimane dovrà decidere se ascoltare il corteggiamento sempre più pressante della Juventus, che vorrebbe affidare al dirigente toscano la rifondazione del club. Difficile che ADL possa liberarlo a cuor leggero (é in scadenza nel 2024). Trionfare e poi dire addio? Dopo Carpi Giuntoli ha scritto la storia anche a Napoli. Difficile fare meglio. Al suo fianco il fidato braccio destro Peppe Pompilio. Un'amicizia nata 10 anni fa ai tempi delle trattative tra Carpi e Fano. Uno dei pregi di Giuntoli è tener legati a sè i suoi ex calciatori e allenatori. Non a caso le prime segnalazioni sui colpi estivi sono arrivate da 2 vecchie conoscenze carpigiane: Zaccardo gli propose Kvaratskhelia e Maddaloni gli segnalò Kim. Input tramutati in affari incredibili. I pilastri di un sogno diventato realtà. Per festeggiare si concederà un gelato, la sua passione fin da bambino, quando classificava tutti i gusti nel bar dei genitori.

Con tanti saluti ai critici che ironizzavano a luglio sulla sua campagna acquisti.

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