Roberto Mancini raccoglie i «cocci» della Nazionale che sta perdendo pezzi tra infortuni, stanchezza e voglia di vacanze e l'Italia regala segnali di vita importanti sul piano caratteriale. E anche una prova convincente oltre che un risultato più che positivo (1-1) contro una delle sicure protagoniste del Mondiale in Qatar. L'Italia «rivoluzionata» di scena a Bologna e che apre la fase due dell'era manciniana (c'è solo Donnarumma tra i titolari delle due gare di Wembley, quella del titolo europeo di 11 mesi fa e quella della figuraccia con l'Argentina di mercoledì scorso) piace per spirito di iniziativa e voglia di fare. Il tutto grazie anche ai tanti giovani in campo e ai sei esordienti, a cominciare da Frattesi promosso subito titolare per arrivare alla scommessa Gnonto: elemento cardine dell'Under 19, «pescato» dallo Zurigo dove era emigrato («prendendo dei rischi», ha sempre ammesso) dopo otto anni nelle giovanili dell'Inter, è autore dell'assist per il gol di Pellegrini oltre che di una prova di grande presenza e personalità. Può giocare in tutte le posizioni di attacco e per la sua frequentazione del liceo classico, lo chiamano il «latinista» del gol.
Arrivano anche scampoli di bel gioco, anche se per quello ci sarà tempo e di questo ne è consapevole anche Mancini. Che intanto sembra aver recuperato l'entusiasmo. Le varie defezioni in un'Italia dalla quale sembrano tutti fuggire lo avevano un po' demoralizzato e fatto persino arrabbiare. Vedi la fuga di Lazzari e Zaccagni, sui quali la Lazio si è affrettata a precisare che avevano «avvertito riacutizzazioni di problemi cronici preesistenti». La prestazione di ieri ci fa guardare con un po' di fiducia.
La Germania ci fa soffrire e ci fa abbassare parecchio soprattutto nei primi venti minuti. Ma i due mancini della difesa (Acerbi e Bastoni) reggono bene con l'aiuto di Cristante che spesso arretra di qualche metro. Poi saliamo di livello e riusciamo a renderci pericolosi, vedi il palo di Scamacca (buona la prestazione del possibile centravanti del futuro). Tutto questo anche per gli urli dalla panchina di un Mancini molto partecipe a quello che avviene in campo. Il gol di Pellegrini è meritato per quello che l'Italia mostra nella fase centrale della ripresa, l'immediato pareggio di Kimmich spegne subito gli entusiasmi. Anche se Mancini inizia la girandola dei cambi e degli esordi, gettando anche le basi per il futuro: ecco Pobega, Dimarco, Cancellieri e Ricci, in totale diventano 44 gli esordienti nell'era Mancini. Brivido finale, l'infortunio al polso di Donnarumma - bravo con due parate importanti nel finale - che lo mette forse a rischio per la gara con l'Ungheria (vittoriosa ieri sull'Inghilterra) di martedì.
«Siamo stati un po' polli a concedere il pareggio subito, ma i ragazzi sono stati bravi a soffrire prima, a
giocare e correre dopo, la Germania è una delle squadre migliori - così Mancini alla fine -. Abbiamo dei ragazzi giovani bravi, li facciamo giocare poi speriamo che crescano in fretta, anche se la strada è ancora lunghissima».
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