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Goggia, caduta assurda sciando da "turista". E addio al mondiale

Annullato il superG a Garmisch, l'azzurra si fa male scendendo a valle: rottura del piatto tibiale

Goggia, caduta assurda sciando da "turista". E addio al  mondiale

Farsi male sciando in campo libero dopo l'annullamento della gara. Il colmo. Ma purtroppo la triste realtà per Sofia Goggia, che ieri a Garmisch ha vissuto l'ennesimo trauma di una carriera ricca di vittorie e di altrettanti infortuni. Era da poco passata l'una, il superG che avrebbe dovuto partire alle 13.30 - dopo un rinvio di due ore e mezzo causa nebbia - era stato definitivamente annullato e rinviato a oggi. Dopo una mattinata di attesa le atlete hanno ricevuto la notizia nel rifugio che le ospitava in cima alla pista e hanno cominciato a rivestirsi per scendere a valle sulla pista parallela a quella di gara. Giù a palla, con un po' di cautela per la nebbia e soprattutto per la neve appesantita dalla pioggia della vigilia. Sofia forse ha esagerato, ha perso l'equilibrio, è finita fuori pista, è caduta e ha fatto due tre capriole perdendo anche il casco. Andava forte, dubbi non ce ne sono. Gli allenatori italiani Rulfi e De Florian sono arrivati quando attorno a lei si era già radunata un po' di gente. A loro la Goggia ha subito detto di essersi fatta male al ginocchio destro. È stata chiamata una motoslitta per il trasporto alle auto e quindi il ritorno hotel. Nella tarda serata gli accertamenti a Milano hanno evidenziato la frattura composta del piatto tibiale laterale.

Maledetta la domenica di Garmisch. Poco meno di anno fa, esattamente il 9 febbraio, una domenica, Sofia era caduta in superG fratturandosi il braccio sinistro e chiudendo in anticipo una stagione che sarebbe comunque finita dopo venti giorni, per tutte, causa Covid. Allora stava vivendo un momento difficile, alla rincorsa di risultati che non arrivavano e i suoi equilibri fisici e mentali non erano quelli giusti, ma adesso... Adesso no, Sofia stava bene, stava vivendo una delle migliori stagioni della sua carriera. In cinque gare di discesa aveva già vinto quattro volte (consecutive) e un'altra era finita seconda. In gigante i suoi progressi erano costanti e sabato aveva sfiorato il podio anche in superG. Sciava sicura e a una settimana dal Mondiale si sentiva forte, molto forte.

A Cortina sarebbe stata la medaglia più sicura per l'Italia. Anche per questo la notizia del suo infortunio ha lasciato tutti a bocca aperta, con un amaro dentro difficile da mandare giù. Ogni sciatore sa che l'infortunio è sempre dietro la curva. In questa stagione la lista degli atleti persi per strada è già lunghissima, le cadute sono state tante e terribili soprattutto fra gli uomini. D'altronde per andare forte bisogna rischiare, Sofia è la prima a saperlo e fra le più brave a mettere in pratica questa filosofia agonistica, anche perché la sua sciata è sinonimo di curve al limite e di salti da mettersi le mani nei capelli. E non solo in gara, no, perché Sofia Goggia va sempre a tutta, rischiando, anche in allenamento. Non da ieri, ma da sempre, da quando è bambina, poi ragazzina, poi campionessa. Non per niente la lista dei suoi infortuni è lunghissima. Oltre al braccio dello scorso anno, si contano due crociati (nel 2012 e 2013) e il perone della gamba destra fratturato nell'ottobre del 2018, anno dell'oro olimpico e della coppa del mondo di discesa. Allora rientrò a tempo di record andando a prendersi l'argento mondiale in superG.

Stavolta non ce la farà, i Mondiali sono dietro l'angolo e come altri campioni, pensiamo a Yuri Chechi e più recentemente a Gianmarco Tamberi, ko alla vigilia di Olimpiadi che avrebbero affrontato da favoriti, Sofia deve fermarsi sul più bello.

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