L'Aquila C'è un virus che aleggia in giro per il Giro: è la voglia di Italia, di Grand'Italia. Ci abbiamo preso gusto, e ieri ci siamo andati ancora una volta vicino.
Dopo la giornata benedetta da Padre Pio sulle strade di San Giovanni Rotondo, dove a trionfare è stato Fausto Masnada e Valerio Conti si è vestito di rosa, il ciclismo Italico ha rischiato nuovamente di fare il colpo con Davide Formolo. Tappa allo spagnolo Pello Bilbao (primo successo iberico di quest'edizione), che ha preceduto di una manciata di secondi (5) il transalpino Gallopin e il nostro Formolo.
Tappa velocissima e movimentata, con tanti tentativi di fuga e altrettante risposte da parte del gruppo. Al km 55 finisce il Giro per il velocista Fernando Gaviria, vincitore nella tappa conclusa ad Orbetello dopo il declassamento di Elia Viviani e secondo sul traguardo di Terracina: per il colombiano problema al ginocchio sinistro. Fuori dal Giro anche Laurens De Plus, uno dei gregari più importanti di Roglic. Valerio Conti è rimasto in maglia rosa. «Siamo andati come pazzi ha detto il romano leader della classifica generale -: la battaglia è stata durissima».
Al Giro, però, non si combatte solo per la rosa. Uno dei nemici più temuti dai corridori sono i batteri, che si annidano in ogni anfratto. Il pericolo di un bacillo è dietro l'angolo. Ora un virus aleggia in gruppo e sembra che abbia aggredito diversi corridori dell'olandese Jumbo VISMA, la formazione dell'ex maglia rosa Primoz Roglic. Alcuni corridori sono alle prese con diversi problemi gastroenterici. Ieri Laurens De Plus, uno che in salita allo sloveno sarebbe servito come il pane, si è appunto fermato.
Per questa ragione, da qualche giorno, al Giro circolano strani personaggi, che ricordano gli acchiappafantasmi dell'omonimo film. Li si può vedere operare attorno al pullman della Astana o nelle camere d'albergo che ospitano ogni giorno i corridori del team kazako.
Il loro compito è bonificare e sanificare ogni giorno il motorhome della Astana e le camere d'albergo, per cercare di ridurre al minimo la presenza di virus e consentire quindi una maggiore tranquillità ad atleti che, alla fine di ogni tappa, dopo cinque/sei ore di sella, si presentano con un fisico particolarmente stressato e quindi con il sistema immunitario molto vulnerabile. Ogni giorno dunque, un'ora prima dell'arrivo dei corridori, il motorhome dell'Astana viene chiuso e sanificato da cima a fondo, in modo da renderlo sterile. L'operazione dura 25 minuti.
L'idea è venuta a Maurizio Gandini, titolare della GM di Varese, che ha incontrato sulla propria strada Roberto Facchini della Infinity Biotech», società piacentina, capace di debellare il virus dell'ebola dalle sale operatorie degli ospedali nigeriani. «Sapendo che nel ciclismo la corsa ai marginal gains è continua ci ha spiegato Gandini - ho proposto questa procedura all'Astana, che l'ha fatta propria con grandissimo entusiasmo».
Un'attività di altissimo contenuto scientifico che la visita del Nas e dell'Università di Bari, nella persona della professoressa ordinaria di Igiene Maria Teresa Montagna, è
servita a certificare in maniera riconosciuta questo format. In questa circostanza sono state eseguite anche una serie di ricerche aggiuntive per ottenere maggiori informazioni sul protocollo e sui suoi benefici per la salute.
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