Sport

Gren e Walter, "separati" alla nascita

Nati cento anni fa nello stesso giorno. Ma due grandi carriere opposte

Gren e Walter, "separati" alla nascita

Per una di quelle strane congiunzioni astrali che solo il dio del pallone può conoscere, cent'anni fa esatti comparivano contemporaneamente sulla faccia della terra due fenomeni che avrebbero segnato il calcio degli anni Cinquanta. Il 31 ottobre del 1920 nascevano a poche ore e a 1200 chilometri di distanza, quelli che dividono Goteborg da Kaiserslautern, Gunnar Gren e Fritz Walter, artisti del pallone destinati a diventare uomini simbolo della Svezia e della Germania. Entrambi centrocampisti, ma uno playmaker e l'altro trequartista, per dirlo in termini moderni, comunque due leader in campo con due storie personali completamente opposte: Gren svedese atipico, attratto dal sole (e dai soldi) del calcio italiano, con l'eterno rimpianto di non essere nato dalle nostre parti, Walter tedesco di ferro attaccatissimo alla sua piccola città dove è considerato un eroe e a cui dedicò tutta la lunghissima carriera, regalando al Kaiserslautern i primi due dei suoi quattro scudetti, rinunciando anche alle sirene spagnole che l'avrebbero voluto all'Atletico Madrid.

E se Gren era il Professore, perché in campo insegnava calcio a tutti con la sua visione del gioco, Walter era il Capitano con la c maiuscola, perché fu il primo vero simbolo della rinascita tedesca dopo le umiliazioni della guerra, in cui egli stesso da militare finì prigioniero dei sovietici, guidando quella nazionale, pur tra i sospetti di un indimostrabile doping, a strappare il titolo mondiale alla grande Ungheria di Puskas favoritissima nella finale di Berna del '54. Walter fu il primo vero simbolo del calcio tedesco, prima di Seeler, di Beckenbauer, di Muller, di Rummenigge, di Matthaeus; Gren fu associato per sempre a Nordahl e Liedholm nel mitico Gre-No-Li che fece le fortune del Milan dei primi anni Cinquanta, quando il Professore lanciava il Pompierone in gol. Se Walter fu fedelissimo del Kaiserslautern, Gren non ebbe altrettanta fortuna con i club italiani, perché al Milan lo scaricarono dopo quattro stagioni per far spazio a Soerensen, mentre alla Fiorentina dopo un paio d'anni finì col litigare con il tecnico Bernardini: il Professore e il Dottore non potevano essere due galli in un pollaio.

Se Walter fu campione del mondo nel '54, Gren fu vicecampione quattro anni più tardi con la Svezia, battuta solo in finale dal Brasile di Pelè. Ma lo svedese fu anche campione olimpico nel '48, a Londra. Ironia del destino, si incrociarono proprio a Goteborg, in semifinale ai Mondiali del '58: vinse Gren che segnò il gol decisivo, mentre Walter abdicò con un infortunio. Per entrambi fu il canto del cigno.

Cinque giorni dopo anche il Professore si sarebbe inchinato a Pelè.

Commenti