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"Ha speso di più", "Deve arrivare primo". Tra Mourinho e Sarri è già clima derby

Roma a Salerno, Lazio col Bologna. Ma i tecnici pensano a pungersi

"Ha speso di più", "Deve arrivare primo". Tra Mourinho e Sarri è già clima derby

Roma. Botta e risposta. Frecciata e contro-frecciata. Roma e Lazio cominceranno oggi il loro campionato (rispettivamente a Salerno e in casa con il Bologna), ma la rivalità non è mai andata in vacanza. L'estate delle due romane è stata molto diversa, eppure in città vengono continuamente sovrapposte. Proprio perché per i tifosi è quasi più importante essere superiori ai rivali di sempre che essere grandi veramente.

La Roma, che da 14 anni non vinceva nulla, ha terminato l'ultima stagione trionfando in Conference League, e con il mercato sono arrivati giocatori di grido come Dybala e Wijnaldum, motivo per il quale ora la gente sogna in grande. Un titolo, magari anche due, per proseguire nel percorso di crescita. Eppure Mourinho sceglie di mantenere un profilo basso. «Fare una valutazione sul mercato adesso è prematuro - ha spiegato -, è meglio aspettare. Solo la Samp e il Lecce hanno speso meno di noi. Milan e Inter ad esempio hanno finito con 23 e 25 punti più di noi, hanno migliorato la squadra. Non mi sembra che siamo candidati per lo scudetto. C'è troppo clamore intorno a noi, abbiamo fatto bene con Tottenham e Shakhtar. La Lazio ha speso 39 milioni, magari sono loro i candidati a vincere. Parlare di noi come favoriti è come vendere un prodotto non reale. Il nostro scudetto è l'amore dei tifosi».

La Lazio è invece stata completamente rivoluzionata, specie in difesa. I laziali erano soddisfatti del mercato della società fino a quando la Roma non ha annunciato i suoi acquisti. La campagna abbonamenti è stata la migliore degli ultimi 15 anni (considerando anche che questa volta i bambini non si potevano abbonare a 1 euro come accaduto in passato), ma più che entusiasmo c'è curiosità. Oltre che la speranza di rivelarsi superiori alla Roma. Sarri ha però ribadito che quello della Lazio è un percorso più lungo. Non sono arrivati giocatori di nome (Romagnoli a parte), ma calciatori giovani con i quali lavorare e crescere insieme: «Noi non abbiamo speso, abbiamo investito. Ringrazio José per la fiducia, cercherò di accontentarlo e al tempo stesso dico a lui che se quest'anno la Roma dovesse arrivare seconda sarebbe una grande delusione». Alla Lazio manca però ancora un terzino sinistro (al momento non ce ne è uno di ruolo in rosa), e vanno risolti i problemi con Milinkovic e (soprattutto) Luis Alberto che a inizio estate sembravano in partenza ma che non hanno ricevuto offerte. A partire dalla gara col Bologna, per poi guardare da spettatori interessati quella fra Salernitana e Roma.

Perché nella capitale conta quasi più essere superiori agli storici rivali che non essere grandi per davvero.

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