
Grazie al cielo ci sono storie di sport che vanno oltre lo sport. I successi sul campo sono importanti, ma mai quanto quelli nella vita: due strade che, per un atleta professionista, non sempre coincidono; ma il percorso di Guglielmo Vicario, 28 anni, italianissimo (nato a Udine), portiere del Tottenham, dimostra che l'«incrocio» è possibile. Mercoledì, con gli Spurs, Vicario ha sollevato la coppa dell'Europa League battendo 1 a 0 il Manchester United. Trionfo reso possibile grazie alla sua fantastica parata al minuto 97 su colpo di testa di Shaw che lo ha incoronato eroe nella notte della finale di Bilbao. Fin qui la gloria calcistica.
Ma Vicario la vittoria più bella - che segna la differenza tra un grande portiere e una grande persona - l'ha conquistata tre anni fa quando ha aperto la porta (quella di casa) a una mamma, Hanna, e al suo bambino di 8 anni, Milan, entrambi in fuga dalla guerra in Ucraina. Guglielmo all'epoca giocava nell'Empoli e faceva faville: un altro, al suo posto, si sarebbe concentrato solo sulla carriera, limitandosi a guardare (in tv) quanto di grave stava accadendo in una terra invasa dalla Russia, ma tanto lontana da noi da far considerare l'«operazione speciale» di Putin qualcosa che, in fondo, non ci tocca.
La famiglia Vicario crede invece nel valore della solidarietà «attiva» e così, dinanzi alla devastazione del conflitto, decide di prendere in affidamento Hanna e Milan. Li ospiteranno con amore nella casa di Udine. Mamma e papà ne parlano col figlio e lui condividerà con affetto il piano di accoglienza.
Tra Guglielmo, il portiere famoso, e Milan, il «baby calciatore», nasce un feeling particolare. Un sentimento che si rafforza mese dopo mese. Il «fratellino» diviene il primo fan del famoso «fratellone» coi guanti da Avengers. Ora festeggiano insieme l'Europa League.Quella del cuore.