Più che formula uno, formula due. Solo due squadre in pista a giocarsela veramente, Mercedes e Ferrari. Due piloti a testa, uno leader e l'altro secondo in entrambi i team. Lewis e Nico, Seb e Kimi. Uno primo e l'altro eternamente secondo. Hamilton che fa l'Hamilton, per cui il più forte, il più dotato, il più Senna e non a caso e non per sbaglio si paragona a lui. E poi l'altro, Nico, che adesso ci litiga pure, dice «mi hai ostacolato rallentandomi e mandandomi in palla le gomme... » e vien tristezza. Uno primo e l'altro per sempre secondo, stavolta non in gara, ma nei pensieri del team, anche sulla Rossa: cioè Vettel e Raikkonen. Terzo il tedesco e quarto il finnico che aveva birra per chiudere davanti al compagno ma un provvidenziale secondo pit ha levato di torno certi potenziali imbarazzi proprio mentre lui su gomme soft volava.
Due, due, due. Questa non è formula uno. Non lo è perché se la giocano due squadre e due piloti a testa e i numeri due fanno vita grama anche se in Ferrari con il team principal Maurizio Arrivabene certe cose un pochino sono cambiate e infatti fa capire che tutti sono liberi di lottare però occhio che se danneggiate la Ferrari vi rispedisco a casa a calci nel sedere, è il senso. I pit stop provvidenziali servono appunto a evitare molti calci.
Nessun problema, fa nulla, ci siamo abituati, that's la Ferrari che investe, come da tradizione, sul numero uno, su Seb Vettel ieri a podio, gradino basso di questa formula due dove infatti la terza squadra, la Williams, sarebbe arrivata con i propri piloti, il bravo Massa e il buon Bottas, lontana una vita se non fosse stato per la safety finale. Una formula due non di nome ma di fatto che, finalmente, grazie al dio dei motori quest'anno generoso, ci fa gioire e soprattutto sperare che la Ferrari e i ferraristi, che hanno lavorato tanto e bene, da qui a fine campionato possano regalarci altre sorprese. Una formula due, però, che perde Gran premi come quello di Germania e rinunciarci con un tedesco in Ferrati e un tedesco come Rosberg sulla tedesca Mercedes, capirete, è cosa da matti. Una formula due che ieri non c'era un cinese a guardare la gara e i cinesi sono tanti ma erano tutti altrove, magari a Pechino nel parco olimpico, pienissimo sempre, zeppo come in settembre, per la prima gara della Formula E, quella elettrica, e sono messaggi anche questi. Una formula due che rischia di farsi del male a proseguire con quest'andazzo di gare con sole quattro auto in pista a giocarsela, di ordini di squadra prestabiliti dopo soli tre Gp, di corse storiche che saltano e di imbarazzanti conflitti di interesse come quello di Toto Wolf boss Mercedes ma socio Williams motorizzata Mercedes che mai romperà le scatole alla capo «gruppo», così come la Toro Rosso con la cugina padrona Red Bull.
Una formula due che avanti così, consiglio spassionato, giusto per rispettare la regola del due, molto meglio sarebbe cambiare sport, togliere due ruote e tifare Vale, Marquez e la Ducati. In fondo, anche quella è Rossa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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