In tremila sotto la pioggia alle tre di notte. Così Napoli ha accolto gli azzurri, malinconici e sconfitti. Un segnale forte dalla città, che ci crede ancora, forse più di prima. «Non può finire tutto per un gol così» dice uno sconsolato Marek Hamsik il giorno dopo, il capitano di un gruppo che trasuda rabbia ma che promette sacrifici infiniti: «State tranquilli, non molleremo, insieme ce la potremo fare».
Il pensiero è una traduzione più o meno garbata dello spontaneo «Hanno avuto c. ma noi ci faremo un mazzo tanto per vincere le ultime tredici finali». Nel day-after campeggia il verbo rialzarsi. E anche in fretta. Perché l'Italia e l'Europa bussano alle porte. Per fortuna si torna in campo tra pochi giorni. Si riparte dalle lacrime del Pipita a fine match (mai visto piangere Higuain in tre anni), dallo sbigottimento di Allan: «Allucinante perdere una partita del genere», dal pallone preso a pugni da Reina mentre gli juventini festeggiavano, soprattutto dai tremila di Capodichino ai quali è andato il ringraziamento di Marekiaro.Il messaggio di Hamsik è una promessa: «Tutto ci aspettavamo tranne che essere accolti come vincitori in piena notte.
Sono grandi, anzi meravigliosi, ancora una volta hanno dimostrato di essere fantastici. É per loro che lotteremo come dannati fino all'ultimo secondo di questo campionato». Squadra e tifosi si sono tirati su a vicenda e rafforzato quel patto che si è solidificato nelle ultime settimane. Si riparte da tutto questo ma anche e soprattutto dalle parole di Sarri. Come al solito poche e ben distribuite. Efficaci, dritte al cuore della sconfitta. L'allenatore ha fatto i complimenti ai propri giocatori nello spogliatoio dello Stadium, in aereo però ha sottolineato le disattenzioni che sono costate la partita e il primo posto. Concetti espressi con toni soft e che verranno ribaditi oggi a Castelvolturno, quando la squadra verrà raggruppata dinanzi al video.Nell'azione del gol di Zaza ci sono tre errori: due azzurri che saltano e lasciano prendere palla a Sandro, la marcatura troppo larga di Koulibaly che concede tempo e spazio al bianconero per girarsi e battere a rete, la mancata pressione di Albiol che non esce sull'avversario.
Ci si interrogherà pure sulla fase offensiva, su quello che poteva essere fatto e che invece non è stato fatto. «Sì, forse avremmo dovuto essere più convincenti in attacco», ha osservato l'allenatore.
Non è bastato avere il dominio del gioco e registrare un possesso palla di gran lunga superiore ai campioni d'Italia in casa loro, è mancato quel pizzico di follia che Sarri aveva invocato alla vigilia. Magari nei minuti finali, quando la Juventus gestiva il pari e il Napoli si accontentava fingendo di attaccare. E invece il cobra stava per azzannare: questione di mentalità, non solo di fattore C .- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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