Moise Kean ha due grossi guai: il colore della pelle e quello della maglia con la quale gioca a football. Non glieli perdonano, anzi, alla prima occasione parte l'insulto. Se poi questo ha qualche puzza di razzismo allora, come diceva Totò, la somma fa il totale. E il totale è così squallido, miserabile e anche ridicolo che tutti ne parlano, tutti ne scrivono e domani si tornerà punto e a capo. Gli strilli o ululati, di alcuni presenti sui gradoni dello stadio di Cagliari, sono evidenti espressioni di ignoranza allo stato brado, sono dati di riconoscimento orale di alcuni vigliacchetti che non hanno altro modo di farsi individuare se non con l'offesa, l'ingiuria o, addirittura, l'aggressione, questa non soltanto verbale.
Non è di certo razzista il pubblico cagliaritano, così come quello napoletano, veronese, milanese, torinese, ma ci sono, eccome, presenze di odio, di pregiudizio, di bassissimo tenore di intelligenza che trovano massima espressione nelle manifestazioni di piazza, negli stadi di calcio e sui vari e avariati social, questi ultimi avendo sostituito i muri delle latrine di autogrill e stazioni ferroviarie, oggi finalmente candidi. Kean non ha responsabilità anche se un suo compagno di squadra, Bonucci Leonardo, è riuscito nell'impresa, nel caso suo goffa, di dividere, come i pani e i pesci, in parti uguali le colpe tra i curvaioli e il ragazzo. Nemmeno il comico più mediocre al mondo sarebbe stato capace di arrivare a tanto, ricordo ai distratti che l'ex capitano del Milan è proprio quello che, dopo ogni gol, invita il pubblico a sciacquarsi la bocca e ora fa la lezioncina al centravanti.
Un'uscita, quella di Bonucci Leonardo, che non è andata giù a molti dei suoi colleghi, che hanno reagito sui social persino dall'estero. "La colpa è 50-50? Non rimane che ridere", ha postato raheen Sterling. Mentre Kevin Prince Boateng su Instagram ha pubblicato le emoticon con l'indice davanti la bocca in segno di silenzio, aggiungendo: #Bonucci 50-50. Fino ad arrivare a Mario Balotelli che rispondendo a Kean sempre su Instagram si è raccomandato: Dì a Bonucci che la sua fortuna è che io non c'ero là. Al posto di difenderti che fa questo? Mah sono scioccato giuro. Tvb frate!".
Ma, andando oltre questa commediola leonardesca, mi piace segnalare che, nel dopo partita, il presidente del Cagliari, Giulini Tommaso, ha censurato il moralismo degli opinionisti presenti nello studio di Sky. Ma, in tensione post sconfitta, ha pareggiato il Bonucci Leonardo di cui sopra; infatti, dialogando e criticando le parole di Adani ha aggiunto «..anche del tuo collega di fronte». Ora si da il caso che il collega di fronte è un giornalista, a differenza di Adani Lele, ha un nome: Marco, un cognome: Cattaneo, trattasi di un professionista serio. Con lui, era presente, non di fronte ma di fianco, Paolo Condò, un altro giornalista professionista di carriera storica e trasparente. Giulini Tommaso ha voluto con raffintaezza rivolgersi a chi esprimeva pensieri diversi dai suoi, con la formuletta sprezzante de il collega di fronte.
Il caso non è chiuso, il polverone è stato sollevato. Kean si ritrova attore protagonista, non soltanto per i gol e la precoce età e carriera, ma perchè improvviso simbolo antirazzista, ricevendo solidarietà da sodali e affini, dei quali e sui quali meglio sorvolare. In fondo non è successo niente, qualche pistolotto di repertorio, la sollevazione popolare a difesa della curva ululante (ma delle tribune vocianti e sguaiate non ne parla mai nessuno?), varie ed eventuali.
Kean prenderà altri fischi, per il nero e il bianconero, il giudice sportivo provvederà a multare, il procuratore aprirà un'inchiesta e torneremo, felici ad ascoltare Vesuvio bruciali, Firenze in fiamme, W Superga, Pessotto affacciati e buuu. È il nostro meraviglioso pubblico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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