I "Fantastici Quattro", Il presidente autoctono funziona ancora

Agnelli ha un super budget, ma Lotito, Giulini e Percassi svettano in classifica e spendono poco

I "Fantastici Quattro", Il presidente autoctono funziona ancora

Agnelli, Lotito, Giulini, Percassi. Non è un ordine alfabetico, c'entra la classifica. E di mezzo ci sono loro, i presidenti autoctoni del nostro calcio. Seduti alla tavola rotonda del campionato, laddove le posizioni contano e c'è ancora più gusto a essere italiani. Juve, Lazio, Cagliari, Atalanta. Ecco l'ordine di classifica, tutte racchiuse in pochi punti tra la seconda e la sesta posizione, quei piani alti che fanno rima con scudetto e con l'Europa che conta. Al momento il sorriso (italiano) più largo di tutti è quello di Antonio Percassi, numero uno dell'Atalanta, protagonista in Champions con una storica qualificazione agli ottavi. E chi l'avrebbe detto dopo le prime tre partite a zero punti, con soli due gol fatti e undici incassati. Nessuno l'avrebbe nemmeno immaginato tornando ancora più indietro, all'estate del 2010, quando Percassi si mise alla guida di quell'Atalanta sprofondata in B e che nel giro di una stagione tornò tra i grandi, vincendo il torneo cadetto con i gol di Doni e Tiribocchi. La campagna europea ha già fruttato alla Dea almeno 40 milioni, all'orizzonte c'è quella miniera d'oro che si chiama stadio di proprietà e il bis di un ritorno in Champions è ipotesi concreta, visto che il quarto posto dista un punto nonostante i tanti impegni ravvicinati affrontati fin qui.

La Champions è la terra promessa anche in casa Agnelli, dove però vorrebbero prendersi tutta la torta e sfatare il sortilegio per eccellenza. Per riuscirci hanno allargato, e di molto, i cordoni della borsa, traghettando la Juve verso una dimensione da multinazionale vera e propria. In campo la squadra di Sarri ha sbrigato la pratica del girone con un turno d'anticipo, nell'ultima assemblea i soci hanno ratificato un aumento di capitale da 300 milioni di euro. Segno che l'Europa costa e che resta il punto di riferimento, non solo dal punto di vista tecnico. Però i soldoni non sono tutto e il meglio della prossima giornata di A arriverà soltanto lunedì con un Cagliari-Lazio inaspettato match di cartello. Sarà Giulini contro Lotito, quarta contro terza. Riflettori puntati sull'isola felice, dove il Cagliari di Maran si azzarda a orbitare perfino in zona Champions, a 50 anni dallo storico scudetto e a pochi giorni da una data simbolo: come annunciato ieri, l'indimenticato Gigi Riva dal 18 dicembre diventerà presidente onorario della società. Un club che ha speso appena 13 milioni per l'ultimo mercato estivo e ha rinunciato al pezzo più pregiato, Nicolò Barella, alla faccia del quarto posto. Vincere facendo economia, proprio come piace a Lotito, che quest'anno vorrebbe il ritorno in Champions dopo 12 anni di astinenza.

Il suo uomo simbolo è Luis Alberto, pagato nemmeno 5 milioni e ora re degli assist in Europa, davanti a De Bruyne e Muller. Il prezzo lievita, come quello di Milinkovic, mister 100 milioni. E Lotito gongola, come fanno Agnelli, Percassi e Giulini. Un romano, un torinese, un bergamasco e un milanese. Mica una barzelletta.

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