I punti deboli dei marziani che fanno sperare il Milan

Piqué e tutta la difesa il settore più vulnerabile dei blaugrana. La regia di Montolivo e il recupero del Faraone i punti chiave

I punti deboli dei marziani che fanno sperare il Milan

Il Milan come il Barcellona? Siccome il paragone può sembrare ardito anche al più sfegatato dei tifosi rossoneri (amministratori delegati e innamorati giustamente esclusi), ecco che andare a vedere di persona può servire a scoprire le reali possibilità del Diavolo nel match di Campions League contro i marziani ormai alle porte. Il controllo sul campo è alla vigilia del ritorno in Champions, preceduta da una delle fasi meno ispirate della stagione. Il che regala qualche speranza - vista una striscia nel 2013 di sette partite con sole due vittorie - ma non certezze. Perché poi però nelle due partite seguenti alla striscia, il Barça è tornato a macinare e dunque a prendersi tutto il pronostico.
La Liga No, non è la Serie A: tornati ad assistere ad un match del campionato spagnolo ormai inspiegabilmente oscurato dalle reti italiche (i diritti ce li ha pure la tv cubana, cari manager...), si capisce che nonostante l'abisso che separa in classifica il Barcellona dalle altre, il livello medio sia sicuramente più alto. Ad esempio il Valencia, sesto in classifica, darebbe problemi sicuramente alla Lazio se non forse anche a Napoli e perfino alla Juventus. E infatti li ha dati al Barcellona. Che dunque è abituato alle difficoltà.

La squadra Non sembrava recentemente un momento buono: senza l'allenatore capo Vilanova, negli Stati Uniti a fare chemioterapie, il Barca ha rallentato dopo aver chiuso il girone d'andata con 55 dei 57 punti disponibili. Solo un momento però, forse non un caso.
Gli schemi Affrontare il Barcellona vuol dire fare come ai giardinetti: se giochi contro i più grandi, consegni loro la palla e tu cerchi di ripartire in contropiede. Nelle ultime due trasferte di Liga ci hanno provato Valencia e Granada: i primi quasi vincevano ma è finita 1-1, i secondi sono passati in vantaggio ma hanno perso. Guarda caso. La difesa In attesa di andare a cercare stimoli altrove, in porta Victor Valdes quando serve c'è sempre. Il reparto è il punto debole (si fa per dire) ed è qui che bisogna lavorare. Soprattutto su Piquè che, per esempio, ha molto sofferto un giocatore come Cissoko. Quello che era troppo sdentato per giocare nel Milan.

Il centrocampo Se una squadra ha due giocatori come Xavi e Iniesta, per il resto del mondo sono problemi grossi. Il primo non perde mai la posizione, il secondo non perde mai la palla. Cosicché poi spesso gli avversari perdono la testa. Qualcuno dice: sì, ma anche loro invecchiano. Per ora non si vede.
L'attacco. David Villa, Pedro e Alexis (che sarebbe poi Sanchez) da noi farebbero una squadra, nel Barcellona fanno di contorno a Messi. Il quale a Valencia s'è visto poco, rigore a parte, ma successivamente è tornato a segnare su azione e ha sfondato i 301 gol in blaugrana, 48 in questa stagione. Segna da 14 partite consecutive e in pratica è sempre lui. È sempre Leo.

In definitiva. Il Barcellona visto a Valencia lascia spiragli, soprattutto in difesa e soprattutto sulle fasce. Quello delle ultime due partite mica tanto. In Champions il Milan non avrà Balotelli ed El Shaarawy è acciaccato: fosse invece ispirato potrebbe fare danni, così come un Montolivo ben piazzato a centrocampo. I marziani forse non sono imbattibili, dopodiché in Europa si giocheranno 180 minuti e la cosa non aiuta.

Quindi, se è vero che il Milan vuole farsi la «cantera» stile Barcellona - così come ha detto Barbara Berlusconi -, la strada è lunga e per ora gli extraterrestri sono ancora loro. Poi, si sa, la Champions può fare miracoli. E magari l'astronave può finire la benzina...

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