I tifosi «copiano» Balo e barattano la sua maglia

Accerchiato, criticato, stroncato. E adesso anche ripudiato. Come se il 45, l'ormai arcinoto numero di maglia di Mario Balotelli, fosse diventato sinonimo di indolenza, disinteresse, negligenza. Tutta colpa di un gesto di fair-play che Oltremanica però è visto come irrispettoso. Soprattutto quando il punteggio è sfavorevole. Come mercoledì quando all'intervallo il Liverpool rientrava negli spogliatoi sotto di tre gol contro il Real Madrid.

Una lezione di calcio degli spagnoli, l'ennesima inconsistente apparizione di Balotelli. Ma più che la sua mediocrità in campo, a far divampare l'indignazione generale è stato lo scambio di maglia con Pepe. Un baratto - la mia maglia per la tua – inaccettabile più che inopportuno, un implicito segnale di resa, prontamente stigmatizzato dal suo allenatore. «Non sono contrario a priori, ma se un giocatore vuole scambiare la maglia, che aspetti almeno la fine della partita», le parole di Rodgers. La censura via mezzo stampa ha preceduto di qualche ora la multa della società. Ennesimo segnale di un rapporto, quello tra Balo e il Liverpool, già compromesso dopo due mesi. Sabato contro l'Hull un'altra partita incolore, volenterosa quanto inefficace. E mentre Mario rincorreva il suo talento, fuori da Anfield c'era chi scambiava la sua maglia, meglio la rinnegava. Su idea di un'agenzia di scommessa che ha allestito il «negozio dello scambio». Un'ironica provocazione che però ha riscosso un'inatteso successo tra i supporters: in cambio della n.45, si poteva avere la maglia di uno degli eroi del passato, da Owen a Fowler.

La stessa agenzia di scommesse che nei giorni scorsi aveva abbassato le quote dell'addio di Balotelli già a gennaio.

Se appare sicuro il divorzio la prossima estate, qualche dubbio resta sulla tempistica. Lo stesso Rodgers è rimasto sul vago. «Solo un miracolo può allungare la sua permanenza a Liverpool», il commento dei bookmakers. Basterebbero qualche gol, appunto un miracolo di questi tempi.