Ibra: il "saluto" agli Usa non è da serie A

Il solito Zlatan: gesto volgare a un tifoso. Il talento è unico, ma a 38 anni...

Ibra: il "saluto" agli Usa non è da serie A

Di anni trentotto da qualche settimana, Ibrahimovic Zlatan parte dalla Galassia di Los Angeles e pensa di concludere la carriera in Italia. Uscendo dal campo dello stadio Banc California, dopo la sconfitta contro il Los Angeles Football Club nella semifinale della MLS Western Conference, lo svedese ha voluto lasciare due volte il segno, prima toccandosi gli attributi di fronte a uno scalmanato tifoso di colore che lo stava insultando, quindi riassumendo il disappunto per questo epilogo: «Sono deluso e triste. Io ce la metto tutta, così i miei compagni ma se segniamo tre gol gli avversari ne fanno quattro, se ne segniamo uno allora ne buschiamo tre. Non so che cosa farò, non so se resterò in America o partirò. Lo stadio è piccolo, qui per me è stata una passeggiata, ero abituato agli ottantamila di San Siro, tra Inter e Milan, quella è sì una vera pressione».

Nei giorni scorsi si era illuminato di immenso: «Senza di me la MLS non ha più significato, così come in un mondiale, senza Ibrahimovic, non c'è nulla di interessante da guardare». Cinquantadue gol e diciassette assist in due anni americani, a 7,5 milioni di dollari a stagione, record assoluto per il salario della MLS, più pesante degli stipendi di Kakà e di Giovinco. Nulla di nuovo, il gesto sguaiato di Ibrahimovic si era già visto quando indossava la divisa dell'Inter e così si rivolse ai tifosi. Zlatan è questo, artista puro e selvaggio, ha vinto dovunque, Olanda, Italia, Francia, Spagna, Inghilterra ma senza riuscire ad arrivare alla Champions.

La domanda sorge spontanea: può essere utile al Napoli, all'Inter o qualunque altra squadra italiana, assumere un calciatore che ha caratteristiche precise ed eccellenti ma anche un carattere aspro, cafone, ribelle? Di certo Ibrahimovic pensa all'Italia perché la nostra serie A non corre ma cammina e per lui continuerebbe la passeggiata americana. Aurelio De Laurentiis ha regalato un sogno al popolo napoletano che ha già provveduto alla confezione della statuetta per il presepe natalizio.

In verità il presidente ha detto che dipende da lui ma, conoscendo Mino Raiola, dipenderà anche dal salario. Ibrahimovic è sicuro di riempire il San Paolo, come ai tempi di Maradona. Però, avviso ai naviganti, occhio ai fischi: Zlatan ha pronta la mano e il resto.

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