Un grande chef? Forse ce ne vorrebbe uno anche per l'Inter. Ma se poi i cuochi sbagliano le dosi, se lo chef si distrae e quelli rompono le uova e ne cavano frittate? Tutti sappiamo che la Nerazzurra abitua ad avere stomaco forte, oltre al cuore, ma non c'è chef che tenga: ormai da anni. Se i piatti di Carlo Cracco avranno ispirato il giovane Zhang, Marotta e i suoi soci dirigenti, se avranno regalato al palato di Luciano Spalletti quel dolce sapore che restituisce la luce dell'idea calcistica, ci sarà da stupirsi. Non per i piatti di Cracco, ma perché l'Inter è andata a cercare ispirazione a casa di un tifoso milanista: abituato ad aver Kaká al suo tavolo, non proprio Nainggolan, ieri a cena da Borghese con Barella. Vabbè, da Cracco è passato anche Eto'o, nel momento più luminoso dell'Inter. Che ora passino altri è segno del declino (interista).
La serata nel ristorante in Galleria, non proprio periferia, ovviamente non è passata inosservata. Tanti si domanderanno: perché mai parlare di mercato e cercar soluzione alle proprie disgrazie pallonare davanti agli occhi di tutti? Innanzitutto per vicinanza alla sede, la risposta più facile. E mettiamoci anche che sono buon gustai. Vero, dice l'obiezione, ma non quando si parla di pallone, visti i risultati degli acquisti. Da tempo è stato appurato che l'Inter è infallibile quando si tratta di centrare l'errore di mercato. Volete nomi? Partiamo dalla cessione di Roberto Carlos, dalle svagatezza su Bonucci e Balotelli, Coutinho ed ultimo Zaniolo. E riportiamoci agli ultimi acquisti non proprio esaltanti. Pare che i buoni piatti abbiano ispirato le prossime mosse di mercato: niente prestiti e Perisic via solo dietro cospicuo assegno e la certezza che non tornerà: in perfetto stile Higuain. Diciamocelo: allora bastavano 5 minuti davanti ad un caffè. Altro che piatti stellati. Ma, per vero dire, la consuetudine al ristorante è sempre fonte ispiratrice: Rocco e Maldini pensavano le mosse del grande Milan al tavolo di Pietro Gori, il papà di Bobo. Berlusconi faceva notte con i cronisti nelle sale di Giannino. Paratici, il kingmaker del mercato juventino, si è perfino dimenticato, sempre al ristorante, la lista della spesa per la squadra del futuro. Sul bigliettino, si leggono i nomi di Zaniolo, Tonali, Romero, del giovane Zennaro, di Savic e Chiesa. Niente di più di quanto si sapeva o intuiva. Fra l'altro, attenti al futuro di Pjanic. Unica novità il nome di Zaniolo, uno scarto dell'Inter che potrebbe far grande la Juve. Ecco, questo è il problema: essere o non essere Inter nella gestione dei giocatori, nell'acchiappar uomini adatti, nello svezzare giovani di successo.
La stagione si annuncia a frutta e verdura. Però se i piatti del milanista Cracco avranno illuminato sarà uno smacco e Spalletti avrà un concorrente in più e una chance in meno di cenare in Galleria, anche il prossimo anno.
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