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Inter, fase 3 per la verità. Tra Eriksen e il Real Conte gioca a nascondino

Dal campionato alla Champions vietati i passi falsi. Il tecnico: "Meritavamo di più..."

Inter, fase 3 per la verità. Tra Eriksen e il Real Conte gioca a nascondino

La fase 3 della stagione dell'Inter comincia oggi a San Siro contro il Torino (ore 15). Dopo che la fase 1 aveva illuso (2 vittorie e 1 pareggio) e la fase 2 ha spaventato (1 vittoria in 7 partite), la fase 3 diventa indubbiamente quella della verità. Intanto perché nelle 10 partite che da qui al 23 dicembre condurranno alla (breve) sosta natalizia ci sono le restanti 3 del girone di Champions, e lì non si scappa: dentro o fuori, con buona pace di alibi e rimpianti. E poi perché le restanti 7 partite doppieranno le 7 finora giocate in campionato: difficile credere che a Natale l'equilibrio sarà quello di oggi, ma guai per Conte se la classifica dovesse allungarsi in direzione opposta alla posizione dell'Inter, oggi peraltro già lontana 5 punti dal Milan capolista. Classifica corta, ma non esattamente per tutti.

«Abbiamo raccolto meno di quanto avremmo meritato»: Conte riprende da dove aveva lasciato, preoccupato di gettare ombra su risultati poco brillanti. Per recuperare gli ottavi di Champions, non è detto che basti battere il Real Madrid, mercoledì a San Siro. Servirà farlo, e poi vincere ancora. Col trend della fase 2, l'impresa sarebbe destinata al fallimento. I numeri dicono che la difesa ex migliore d'Italia, finora solo 2 volte su 10 non ha subìto gol (16 in totale, di cui 11 in campionato) ma il tecnico spiega che «abbiamo concesso meno dello scorso anno: il guaio è che appena tirano, ci fanno gol». E allora sarebbe sacrosanto riconoscere che dietro al primato difensivo c'erano soprattutto le prodezze di Handanovic, quest'anno tornato normale (o meno che normale) e tradito spesso da chi gli ha giocato davanti (compreso l'osannato De Vrij).

Eppure per molti l'Inter è ancora la principale candidata allo scudetto, più della stessa Juventus. «Significa che in un anno abbiamo fatto qualcosa di miracoloso, ma mi auguro che ci sia onestà intellettuale in chi dà certi giudizi», frena Conte, preoccupato che come l'anno scorso salgano troppo le aspettative intorno alla sua squadra.

Contro il Torino (positivi Giampaolo e 3 giocatori) il covid toglie all'Inter Kolarov e soprattutto Brozovic. Centrocampo un'altra volta da inventare, ma la speranza di Conte è che quanto raccontano le cronache dal Cile sia confermato anche a San Siro: serve il miglior Vidal per il salto in alto delle ambizioni nerazzurre. Lukaku e Martinez, anche loro tornati in salute e di buon umore dalle Nazionali, sono importanti, ma non possono bastare e infatti Sanchez sarà preferito all'argentino. Quel che è certo è che la soluzione a guai e dubbi in mezzo al campo non è e non sarà Eriksen. «Ha avuto tante occasioni, quando lo riterrò opportuno lo sceglierò in partenza o a partita in corso». Mai da regista, mai alla Pirlo, per capirci. «Ha un gran piede, allontanandolo dalla porta gli si fa un danno», spiega Conte. La verità è che il tecnico già in estate aveva chiesto a Marotta di cedere il danese. Era il mezzo per arrivare al desiderato Kanté.

Purtroppo per tutti, Eriksen compreso, nessuno l'ha comprato e la speranza di scambiarlo con Paredes fra un paio di mesi è solo la soluzione per rimediare al fallimento dell'operazione-copertina di un anno fa.

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