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Inter-Milan? Sarà il gran ballo dei debuttanti

In entrambe le formazioni solo una manciata di sopravvissuti dall'ultima sfida a S. Siro. Perisic: "Felice di debuttare così... vorrei giocarne una al giorno"

Inter-Milan? Sarà il gran ballo dei debuttanti

Handanovic e Icardi, poi uno fra Juan Jesus e Ranocchia per il forfait di Miranda, lieve distrazione del collaterale del ginocchio destro. Sono i sopravvissuti dall'ultimo derby a due giorni dalla partita, al lordo delle scelte di Roberto Mancini che ne farà esordire tanti. Come Mihajlovic. Dalla 31esima giornata del campionato scorso, data dell'ultimo derby, anche il Milan ha cambiato pelle e non solo davanti con Bacca e Luiz Adriano. La difesa è nuova e ringiovanita di una ventina d'anni, sempre che il serbo decida di insistere sulla coppia Romagnoli-Rodrigo Ely. I debuttanti al gran ballo di San Siro potrebbero essere molto più di una dozzina, neppure sporca a giudicare dai curriculum. Adem Ljajic, serbo di 23 anni, 8 reti lo scorso campionato con la Roma quasi mai dal primo minuto, è uno di questi: «Mihajlovic è il primo che mi abbia schierato titolare, a lui devo molto, è il valore aggiunto di questo Milan. Jovetic per me è un fratello, nell'Inter mi piacerebbe giocare trequartista, a Roma non me lo hanno mai fatto fare».

L'altro è Ivan Perisic, tormento del mercato estivo e probabilissimo titolare domenica sera. Grande imprinting, personaggio involontario, sguardo deciso, quasi british nelle risposte e non solo perché parla in inglese con zero zerbinate: «Non sono qui per Mancini, sono qui per l'Inter».

Al centro di una trattativa sfinente, su di lui potrebbe esserci molta pressione, quasi quanta ne ha esercitata lui sul Wolfsburg per venire all'Inter. Su questo sente il bisogno di spiegarsi: «Quando ho saputo che l'Inter mi voleva sono rimasto molto sorpreso. Sono stati tre mesi particolari con momenti anche difficili ma non ho mai avuto dubbi, ho parlato con il Wolfsburg, loro non mi volevano cedere, ho capito subito che tutto sarebbe dipeso dalla mia volontà». Per qualcuno è stata una scelta incomprensibile, con il secondo posto in Bundesliga avrebbe giocato la Champions e invece ha deciso di venire in una squadra in completa trasformazione non solo societaria. Lui non si offende ma replica: «Se ti chiama un club come l'Inter non puoi far finta di niente. L'anno scorso la squadra ha avuto un momento molto difficile, lo so, io l'ho affrontata in Europa league e l'abbiamo eliminata. Ma adesso sono qui per cambiare la situazione e voglio una stagione diversa da quella dell'anno scorso. E questa maglia l'ho voluta con tutte le mie forze, il Wolfsburg ha fatto di tutto per tenermi ma io ero troppo felice e orgoglioso di venire all'Inter, per la prima volta un club ha lottato per me e questo significava che mi volevano fortemente. Il mio agente era in contatto con Ausilio e Fassone, poi quando il trasferimento è stato perfezionato ho sentito Mancini e con lui abbiamo parlato subito di calcio».

Gli si potrebbe chiedere se pensa già allo scudetto o se risponde come tutti che la prima partita è la più importante. Quindi il derby. Intuizione felice, lui sul Milan ha le idee chiare: «Credo non sia normale che siano arrivati così dietro in classifica nella passata stagione, faranno di tutto per giocare un grande derby e noi dovremo essere più bravi per non farci sorprendere. Sono felice di giocare la mia prima partita proprio contro di loro, tutti vogliono vincere il derby so cosa significa per i tifosi. Ma non è il momento di parlare adesso degli scudetti e dei trofei che mi aspetto di vincere».

Ma lei si sente già abbastanza cattivo da giocare subito il derby di Milano? «Io di partite così ne vorrei giocare una al giorno».

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