Inter, la tegola Frattesi e il déjà vu "talismano" Salernitana-Benfica

L'azzurro ko. Inzaghi ritrova le due sfide della passata stagione. Coi portoghesi partì il rilancio. C'è Klaassen

Inter, la tegola Frattesi e il déjà vu "talismano" Salernitana-Benfica
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Milano - Sembra improvvisamente cambiato il clima intorno all'Inter. L'entusiasmo ha lasciato spazio a dubbi e preoccupazioni. Non solo la sconfitta col Sassuolo, adesso c'è anche l'infortunio di Frattesi, destinato a tornare solo dopo la sosta per un problema ai muscoli flessori della coscia destra. Già senza Arnautovic, Sensi e Cuadrado, Inzaghi perde quindi un cambio importante, proprio nel momento in cui non può evitare rotazioni abbondanti. Una necessità e non una scelta, perché la squadra è parsa globalmente stanca nelle ultime esibizioni, e restano da giocare 3 partite prima della pausa. Si comincia stasera a Salerno e si proseguirà martedì in Champions League, prima di chiudere di nuovo in casa, col Bologna. Tre appuntamenti da non fallire, per evitarsi ulteriori guai.

Il primo ad avere bisogno di riposo è capitan Lautaro, e non solo perché in campionato non segna da 3 partite. L'anno scorso ha giocato 57 volte (su 57), di cui 45 da titolare: quando partiva dalla panchina, in campo andavano a turno Dzeko o Lukaku, stasera dovrebbe invece giocare Sanchez, l'uomo che passerà alla storia per essere stato in un anno pagato per andarsene e poi per tornare (e che segnò l'ultimo gol da nerazzurro proprio a Salerno nel dicembre '20-'21). Al suo fianco, Thuram, che il turno di riposo l'ha già avuto. Torna Pavard e tirano il fiato Bastoni e Dimarco, ma la grande novità potrebbe essere il debutto di Klaassen, se davvero Inzaghi rinuncerà a Mkhitaryan. Quindi, Salernitana e poi Benfica, esattamente come a ridosso dell'ultima Pasqua: la frenata in campionato alla vigilia, la sgasata in Europa la settimana successiva. Per lo meno curioso che il caso riproponga all'Inter la stessa sequenza di avversari, pur se in un momento meno drammatico di quello. Nonostante le 12 sconfitte, il pari di Salerno fu uno dei punti più bassi dello scorso campionato nerazzurro: era l'epoca di Inzaghi grande indagato per mancato scudetto. Avesse steccato anche col Benfica, oggi di certo non sarebbe sulla panchina nerazzurra. Invece, grazie alla partita perfetta nello stadio Da Luz (0-2 firmato Barella più Lukaku) partì la corsa Istanbul e tutto il resto, prolungamento del contratto compreso. La brutta serata col Sassuolo ha riproposto temi che sembravano evasi: le difficoltà a tenere alta la concentrazione nelle partite apparentemente più semplici, i punti lasciati alle squadre di provincia, la capacità del tecnico di leggere i momenti topici delle partite. C'è chi gli rimprovera anche i 4 cambi contemporanei (ovviamente a partita finita e persa). Salernitana dopo Fiorentina e Monza: nelle prime 5 giornate di campionato, Inzaghi ha battuto 2 degli avversari che l'anno scorso furono gran parte dei suoi guai. Era l'epoca in cui l'Inter tirava decine di volte in porta, non riuscendo quasi mai a centrarla.

Clamoroso e indimenticabile l'errore di Lukaku contro la Fiorentina, eppure la colpa era di Inzaghi. Diversa è stata la sconfitta col Sassuolo, in cui le parate vere le ha fatte Sommer, prima della papera. Una sconfitta brutta e meritata, ma Inzaghi conta che resti un episodio.

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