Inter, tornano gli incubi In Israele un vero suicidio

Nerazzurri fuori dall'Europa: in vantaggio per 2-0 subiscono il ribaltone. Icardi: «Ora zitti e lavorare»

Davide Pisoni

Roba da matti. È quello che riesce a combinare l'Inter in casa dell'Hapoel Be'er Sheva ed è solo la conferma di un cammino europeo imbarazzante che - a questo punto si può dire meno male - si concluderà il giorno dell'Immacolata con lo Sparta Praga a San Siro. Una squadra capace di dominare per un tempo e poi buttarsi letteralmente via nella ripresa. Avanti di due gol dopo venticinque minuti, la squadra di Stefano Pioli si è fatta rimontare scomparendo dal campo e perdendo all'ultimo minuto. Da De Boer, in panchina nella figuraccia dell'andata con gli israeliani, a Pioli sembra non essere cambiato nulla. I problemi dell'Inter hanno radici profonde che per il momento neanche tre allenatori cambiati hanno risolto.

L'Inter saluta così l'Europa League: giusto, se fai zero punti in due partite contro gli israeliani sconosciuti fino a tre mesi fa, se vinci l'unica partita su cinque (4 ko) senza meritarlo. Eliminazione in un girone abbordabile sulla carta, ma in cui i nerazzurri hanno toccato il fondo a livello europeo. Perché? La risposta si potrebbe dare usando le parole della presentazione di Pioli: «L'Inter non è una squadra normale». Però una spiegazione, l'unica visto che il divario tecnico era stato confermato dal bel primo tempo nerazzurro, può essere il solito crollo fisico, una lacuna che sta ormai caratterizzando dall'inizio i nerazzurri. L'allenatore ne ha anche un'altra: «Nella ripresa siamo stati presuntuosi. È soprattutto un problema mentale».

È su questo, più che sugli schemi, che Pioli deve provare a inventarsi qualcosa per raddrizzare almeno il campionato. Se sostenuta dalla corsa, la squadra va. Appena affiora la stanchezza, emergono i limiti e le riflessioni anche su quel 4-2-3-1 che può essere supportato solamente quando tutti hanno il piede schiacciato sull'acceleratore. Quando la squadra rifiata emerge in tutta la sua evidenza che tatticamente è sbilanciata.

E così in una partita a due facce l'Inter saluta l'Europa. Eppure dopo un'ora la domanda che risuonava nel deserto israeliano era una e una sola: come ha fatto l'Inter a perdere due a zero in casa contro l'Hapoel Be'er Sheva a settembre? Certo era la squadra di Frank De Boer che raccontava un giorno sì e l'altro pure che gli serviva tempo. Pioli è arrivato da appena quindici giorni, ha già vissuto un derby e ieri sera per 45' ha messo in campo l'Inter più bella della stagione. Almeno la trasferta in Israele ha confermato che ha le idee chiare e come marchio di fabbrica il 4-2-3-1, già visto nel derby. Ad esempio Banega trequartista ha convinto più del Joao Mario visto nella stessa posizione contro il Milan. Ma in Murillo con un paio di svolazzi fa già rimpiangere il Medel ai box e operato ieri al menisco. Il cileno difensore centrale poteva essere la mossa chiave che dava un senso a tutto il resto e magari sicurezza anche allo svagato Miranda degli ultimi tempi. Perché poi davanti l'Inter c'è. Vedi l'azione del primo gol: tracciante di Eder per il taglio di Icardi che segna. Ma soprattutto è il raddoppio a confermare che il problema non può essere l'attacco. Banega-Icardi-Eder, tutto di prima e palla a Brozovic per il sinistro vincente. L'Inter a inizio ripresa avrebbe potuto chiuderla ma si è fermata sulla traversa di Icardi: testa e gambe in tilt. Il gol di Lucio Maranhão, con dormita di Miranda, ha avviato la clamorosa rimonta. Poi l'Hapoel ha assalito l'Inter che si è arresa al rigore-espulsione di Handanovic (altro errore di Murillo) e 2-2 di Nwakaeme. L'orgoglio ha spinto i nerazzurri in dieci, ma gli israeliani a più riprese hanno sfiorato il tris trovandolo all'ultimo minuto con Sahar.

L'Hapoel si giocherà la qualificazione a Southampton, l'Inter si è giocata la faccia.

Icardi ce la mette: «Senza personalità, non abbiamo scuse. Ora zitti e lavorare, siamo quasi a Natale...». Resta il campionato, Fiorentina e Napoli le prossime due sfide, con il rischio che a Sant'Ambrogio la stagione dei nerazzurri sia già finita. Se mai fosse iniziata.

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