In agosto era una semplice data sul calendario, la banale curiosità di una sfida tra ex compagni di squadra che assieme avevano vinto tutto. Ora, invece, pare una lotta per non soccombere. Bologna-Milan ovvero Pippo Inzaghi e Rino Gattuso, professionalmente infermi e malfermi, con rischi immediati maggiori per il primo, che si sveglia oggi con la sua squadra terzultima, anche se confortata dai risultati negativi di tutte le avversarie dirette nel weekend.
Gattuso però si porta dietro la dolorosa e dannosa eliminazione dall'Europa League di giovedì scorso e non si può permettere di dare al mondo esterno - e alla proprietà - l'immagine di un allenatore incapace di proseguire un cammino iniziato poco più di un anno fa, con la prima vittoria proprio sul Bologna. La «cicatrice» - come l'ha definita - della sconfitta di Atene, le preoccupazioni per il mese e mezzo senza gol di Gonzalo Higuain, le domande costanti sul suo futuro, sulle reazioni dei giocatori e sul per ora svanito ritorno di Zlatan Ibrahimovic: una vigilia buia, mentre tutte le altre si sfogavano giocando, quasi a identificare il distacco tra il Milan e le contendenti.
Ma ancora peggio è andata a Inzaghi, che ha dovuto gestire addirittura nove giorni pieni dopo la sconfitta di Empoli: tra post stizziti su Instagram e il ritorno in campo, tensioni esterne per le perplessità generali sulla proprietà di Joey Saputo e nervosismi di una piazza che si culla narcisisticamente da sempre nell'idea di essere diversa dalle altre, ma borbotta di continuo e non riesce ad accettare che il Bologna debba costantemente galleggiare a vista. La pessima sceneggiata delle tre croci appoggiate vicino al centro tecnico di Casteldebole può anche essere stata gesto di qualcuno con molto tempo libero e altrettanta voglia di stupire, ma si accompagna a un clima teso e perplesso verso chiunque abbia incarichi in rossoblu: «I giocatori sono gonfissimi - dice Inzaghi - è stata una bella presa di posizione da parte loro voler andare in ritiro da domenica sera». Costruita solo in parte sulle indicazioni dell'allenatore, la squadra che sfiderà il gelo, visto l'orario assurdo (previsti zero gradi al fischio d'inizio), non avrà Pulgar al centro del 3-5-2, e dovrebbe riproporre in avanti la coppia Palacio-Santander, in teoria molto compatibile dal punto di vista fisico e tattico, mentre sulla fascia sinistra Mitchel Dijks non sarà titolare a causa della febbre che lo ha frenato.
Il Milan ripropone Suso, in tribuna al Pireo giovedì scorso, e cerca la scossa da Higuain: «Il primo deluso è lui, è lui che ora deve darci la sua leadership.
La priorità per me non sono i suoi gol ma l'essere credibile», puntualiozza Gattuso. Previsti poco più di 20.000 spettatori: orario e giornata infami e pure prenatalizi, ma anche da questo si capisce che sì, non è più il Bologna-Milan di una volta.
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