I primi segnali erano già arrivati a novembre, vigilia della gara con il Liechtenstein, quando dopo un paio d'anni abbondanti non c'era più l'ItalJuve. Giampiero Ventura sta proseguendo il suo progetto futuro azzurro, invertendo la tendenza di puntare su gruppi delle grandi squadre del nostro campionato, convocando molti giovani dei club «minori». Nella lista dei 26 convocati per la doppia sfida a Palermo con l'Albania (qualificazioni mondiali) e ad Amsterdam con l'Olanda (amichevole) sono 15 le società coinvolte, 11 di A (le prime 9 della classifica più Bologna e Sassuolo), 3 straniere e una di B, nove delle quali - come la sorprendente Spal nella cadetteria con il portiere Meret che oggi festeggerà i 20 anni a Coverciano - hanno un solo calciatore. E potevano essere 16 se Gabbiadini non si fosse infortunato con il Southampton in Premier.
Segno dei tempi e di nuove sfide e quella di Ventura è certamente ambiziosa. Le grandi nazionali sono state sempre composte da blocchi granitici di un unico club perché davano più senso di squadra: l'Italia campione del mondo 1982 a tinte bianconere, l'invincibile Spagna firmata Barcellona e la solida Germania ad alta densità Bayern. Il suo predecessore Conte aveva importato uomini e modulo da Vinovo con la Bbbc difensiva della Juve, punto di forza della sua Nazionale uscita solo ai rigori nei quarti dell'Europeo.
Da allora è nata un'Inter più italiana (4 i convocati, non erano così tanti dall'Europeo 2004 e da Trapattoni in panchina), sono cresciuti ancora i giovani del Milan (nel raduno attuale di Coverciano sono in tre solo perchè altri sono ai box per infortunio e qualcuno come lo «stagista» Locatelli è in stand by) ed è arrivata la sorpresa Atalanta, come nella stagione precedente c'era stato il Sassuolo. Milano di nuovo leader in Nazionale (7), quindi, ma la Juve non è ancora accantonata, anche se l'esclusione di Chiellini e Marchisio, ridurranno a tre i bianconeri titolari in questa tornata di gare: il Buffon alla millesima gara in carriera, il sempreverde Barzagli e il Bonucci influenzato ma recuperabile. Roma e Napoli, le altre squadre sul podio del campionato, hanno appena un giocatore, De Rossi e Insigne che venerdì a Palermo dovrebbero però essere nell'undici di partenza.
«Siamo di fronte a un ricambio generazionale», è il refrain di Ventura che come Bearzot nel 1977 ha fatto rinascere la Nazionale sperimentale con 32 giovani Under 23 visionati nei due stage di novembre e febbraio. Da qui l'arrivo nel gruppo degli atalantini Spinazzola e Petagna e del bolognese Verdi, che di anni ne ha però già 25. «Ogni volta che qui vedo Buffon mi emoziono - così il terzino nerazzurro di scuola Juve -. Il mio mito è Zambrotta, fra i più forti esterni della storia del calcio». «Se penso che da bambino mia madre mi portava fuori dall'hotel dove era in ritiro la Juve... - ricorda l'attaccante di Gasperini -. Mio padre faceva ore in macchina per portarmi ad allenare e poi tornava a lavorare». «Ventura mi volle al Toro, ma avevo bisogno di tempo - così l'esterno rossoblù - . Fra Spagna e Carpi sono cresciuto, sono diventato più uomo. Ora il mio futuro è a Bologna».
L'età media della rosa azzurra è scesa costantemente dal debutto del ct a Bari con la Francia: 31 anni a settembre 2016, 28 due mesi più tardi (test con la Germania), 26,6 il gruppo attuale.
La presenza di Verratti del Psg, Darmian del Manchester United e Sansone del Villarreal confermano che Ventura guarda anche all'estero, ma la strada è tracciata a favore del progressivo arrivo degli Under: da Donnarumma appena diventato maggiorenne al Romagnoli ormai titolare inamovibile passando per Rugani non più solo riserva della Bbc juventina. Il segreto sarà trovare il giusto mix tra giovani e veterani che tante volte s'è rivelato miscela vincente.
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