Italia, ora rialza la testa. Persa la Nations League c'è il ranking da salvare

Dopo il ko con la Spagna, sfida al Belgio primo nella classifica Fifa, ma senza Lukaku e Hazard

Italia, ora rialza la testa. Persa la Nations League c'è il ranking da salvare

Rialzarsi subito dopo una sconfitta e farlo con la consapevolezza di essere campioni d'Europa. Con un ranking Fifa da salvaguardare in vista di quel posto al Mondiale che ci giocheremo a Roma contro la Svizzera fra 33 giorni. E quale cosa migliore trovarsi di fronte a Torino (18.500 gli spettatori previsti) chi questo ranking lo comanda in solitario da tre anni, ovvero il Belgio? Che però oggi sarà orfano sia di Lukaku che di Hazard, con il ct Martinez che pensa già al nuovo ciclo che porterà al Mondiale.

Tre anni fa esatti il cammino azzurro ripartì dopo una sconfitta: il 10 ottobre 2018 a Genova pareggiammo in amichevole con l'Ucraina sperimentando per la prima volta un attacco con il falso nove (soluzione che non si è rivelata vincente mercoledì scorso con la Spagna). All'epoca eravamo agli albori dell'era Mancini, ora abbiamo un titolo fresco in bacheca che nemmeno il ko con la Spagna può oscurare. L'autostima è altissima grazie all'Europeo vinto, un secondo stop sarebbe però pericoloso per le convinzioni acquisite dalla truppa.

In questi tre anni, trascorsi senza sconfitte prima del ko con le Furie Rosse, oltre ad alzare la Coppa la nazionale è riuscita a risalire ben 16 posizioni del ranking: Mancini prese l'Italia al 20° posto, diventato 21° dopo il Mondiale di Russia dove noi non c'eravamo, ora siamo al quinto e non dobbiamo scendere oltre il settimo - come ha sottolineato anche il ct - se vogliamo sperare di essere fra le otto teste di serie nel sorteggio dei gironi della fase finale. Ecco perché questa finale per il terzo posto della Nations League (che porta in dote, se vinta, un premio di 2,5 milioni di euro) è fondamentale per noi, molto più di quanto non possa esserlo per il Belgio. «Vogliamo vincere», è il mantra di Roberto Mancini che dopo la sconfitta di San Siro e l'imbattibilità perduta guarda già avanti con fiducia e senza ansie. Oggi sfideremo il Belgio che nell'era Martinez (dal 2016 a oggi) ha costruito il primato nel ranking Fifa senza trofei vinti - miglior risultato il terzo posto all'ultimo Mondiale - ma con i risultati: 50 vittorie e solo 5 sconfitte in 65 partite, con una media lusinghiera di 2,46 punti a gara. Una di quelle sconfitte è merito nostro: i Diavoli Rossi li abbiamo battuti lo scorso 2 luglio nei quarti dell'Europeo a Monaco.

Le motivazioni per far bene non mancano. Mancini, dopo aver perso anche Calabria (risentimento all'adduttore) cambierà diversi giocatori: potrebbe lasciar fuori Chiellini - che non sta bene, possibili Acerbi e Bastoni al centro della difesa -, riproporrà un centravanti di ruolo (Raspadori) ma la formazione non potrà non tener conto di un campionato che nel prossimo weekend proporrà Lazio-Inter e Juventus-Roma.

A centrocampo dentro Locatelli, Cristante e Pellegrini (che potrebbe anche essere inserito nel tridente d'attacco al posto di Insigne) si candidano a una maglia. E su Jorginho il ct dice: «Merita il Pallone d'oro, sarebbe strano il contrario». «Meglio sognare in grande...», così il giocatore del Chelsea.

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