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Italia senza seguito, ma adottata dai brasiliani

I padroni di casa simpatizzano per gli azzurri. Nella classifica Fifa sedicesima selezione per numero di tifosi

Italia senza seguito, ma adottata dai brasiliani

La notizia è scontata. Secondo i dati in possesso della Fifa gli azzurri avranno pochi tifosi sugli spalti. Siamo alle solite. Quasi tutti immigrati, e poi dirigenti, parenti e tanti amici. Dei giocatori. Si dirà, bella forza: la crisi, il Brasile è lontano, gli hotel sono pieni e i voli a lungo raggio costano un botto. Macchè, è il solito andazzo. Del resto, si sa, la Nazionale italiana è da sempre l'unica senza tifo organizzato al seguito. Un caso. Gli inglesi sono rimasti colpiti da questa anomalia. Si consiglia di leggere Calcio di John Foot. Già ai recenti Europei avevamo brillato per assenza sugli spalti. Neanche arrivati in finale potemmo contare su un supporto decente. L'onda anomala degli spagnoli aveva invaso il nostro settore, così come avevano fatto in precedenza inglesi e tedeschi. Noi? A casa a tifare davanti al plasma cinquantadue pollici in accadì. Insomma, ce ne frega poco e infatti siamo la sedicesima nazionale per numero di tifosi al seguito. La Grecia ne ha il triplo, così come la Spagna, nazioni che non navigano certo nell'oro. La crisi economica centra nulla. A noi italiani piace solo la squadra grande, quella che la domenica tiene compagnia e consola le amarezze. Ci piace a tal punto che se uno dei nostri (fai conto Pepito) non va al Mondiale è molto meglio: si riposa. Con questi orizzonti culturali è facile aspettarsi spalti azzurro pallido. Una sfida impossibile tra colossali tappeti monocolore di magliette originali e il nostro risicato fai-da-te tarocco. Già, scordavamo, altro dato: non si vendono magliette ufficiali dell'Italia.
Per fortuna, pare, che in Brasile si tiferà moderatamente Italia. E anche qui nulla di sorprendente, dato che nel nostro gruppo figura l'Uruguay, che prima esce e prima il brasiliano festeggia in strada. E mentre noi da casa si sarà vicini (col cuore) a superMario, il Brasile assisterà all'invasione degli statunitensi, primi per biglietti venduti su un totale di 2milioni e 960mila. Dopo di loro colombiani, argentini, uruguayani, inglesi, croati, tedeschi e svizzeri. Con, in mano, qualcosa di molto diverso dall'acqua minerale (altra differenza culturale, questa a nostro vantaggio salutare).

Noi, dicevamo, in fondo alla classifica assieme ad Algeria, Camerun e Iran. Noi, figli del campanile e devoti alla pay-tv: in 19 milioni davanti allo schermo (se l'Italia va avanti però) e poche migliaia allo stadio. Cifre che parlano chiaro.

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