Sport

Jacobs è già un'azienda da 5 milioni l'anno. Ed ha appena iniziato

Oltre a preservare il fisico, si spiega anche così la rinuncia alle ricche gare di Diamond league

Jacobs è già un'azienda da 5 milioni l'anno. Ed ha appena iniziato

«Dopo aver letto dell'indagine su Chijindu Ujah direi che è meglio guardare prima in casa propria e poi attaccare gli altri. La cosa mi fa sorridere». Marcell Jacobs, l'uomo più veloce del mondo, affila gli artigli e rimette ancora una volta in riga i britannici, tra i più accaniti insinuatori subito dopo le sue imprese olimpiche a Tokyo. Una sfida infinita che per tutta la giornata di ieri ha condotto i media d'Oltremanica a interrogarsi sulla reale portata della sospensione di Ujah, primo frazionista della staffetta 4x100 e accusato di aver fatto uso di sostanze vietate come S-23 e ostarina per favorire lo sviluppo dei muscoli. Il Guardian ha parlato di vicenda che «toglie lustro al bottino di 65 medaglie dell'intera spedizione, dipingendolo, in caso di conferma delle accuse, come «il più grande scandalo di doping british a livello olimpico». Il diretto interessato si è limitato a un imbarazzato «non so come siano entrate quelle sostanze nel mio corpo». Come un falco Jacobs dall'Italia ha raddoppiato il carico: «Le accuse di doping non mi hanno toccato tanto. Soltanto io conosco i sacrifici e le batoste che ho rimediato per arrivare a questo livello. Voglio godermela al cento per cento».

Un altro punto a favore del ventiseienne nato a El Paso, ormai entrato in una nuova dimensione dal punto di vista sportivo e anche economico. Un'azienda umana vera e propria, in grado di poter arrivare a quasi 5 milioni di dollari di introiti a partire già dalla prossima stagione. Nike è infatti pronta a ritoccargli la sponsorizzazione (solo l'azienda Usa potrebbe arrivare a 3milioni), poi lieviteranno i cachet per i meeting, le ospitate, le campagne pubblicitarie e gli eventi ad hoc in sua presenza. Il suo Instagram prima di Tokyo era a 87mila follower, adesso sta per sfondare quota 700mila. A certi livelli non c'è nulla che non si possa monetizzare. E va letta in questo senso la rinuncia agli ultimi impegni della stagione in corso, che soltanto con la tappa americana di Diamond League (21 luglio) gli avrebbe garantito un ingaggio fuori contratto dalla Nike (sponsor dell'evento) di 100mila dollari, oltre a eventuali premi conquistati in gara. L'obiettivo è quello di salvaguardare il fisico, le rinunce non costituiscono un problema visto che altrettante sponsorizzazioni e relativi contratti sono in arrivo con il suo ingresso nell'élite già certificato in Giappone. «Ho alzato l'asticella, l'anno prossimo voglio arrivare al top e confermarmi. Ho bisogno di lavorare e migliorare ancora su alcuni aspetti» ha aggiunto Jacobs. Nel 2022, tra marzo e agosto, sono in programma i Mondiali indoor in Serbia, i Mondiali all'aperto in America e gli Europei in Germania. Del resto, non si è messo sulle tracce di Usain Bolt per caso.

Uno che il giorno del ritiro intascava 34 milioni all'anno.

Commenti