Juve, autocritica e dubbi: "Servono gli attributi. E un vero erede di Pogba"

Bonucci invoca più grinta, Chiellini il francese. Se il mercato non aiuta, urge ritrovare il gruppo

Juve, autocritica e dubbi: "Servono gli attributi. E un vero erede di Pogba"

Alzi la mano chi, tra i tifosi bianconeri, non avrebbe firmato a inizio stagione per trovarsi in testa alla classifica dopo venti giornate di campionato, con un punto in più sulla Roma ma più probabilmente con quattro visto che la Juve deve ancora recuperare il match contro il Crotone. Qualcuno tirerebbe su il ditino, questo è certo: la graduatoria attuale rimane comunque lì, positiva anzi che no. È il classico mezzo bicchiere da vedere pieno o vuoto, a seconda di chi lo osserva. Semmai sono certi punti di vista di alcuni giocatori a lasciare aperte le porte della speranza alla concorrenza: «Fame, palle, intensità. Loro sì e noi no», così Bonucci su Instagram, dopo il ko contro la Fiorentina. «Zero alibi. Poche chiacchiere. Solo così possiamo arrivare in fondo». «Nella serie positiva dello scorso anno raramente Buffon si sporcava i guanti l'analisi di Chiellini - Abbiamo cambiato dei giocatori e oggi siamo una squadra come le altre. Non siamo sempre solidi e inoltre è partito un giocatore come Pogba, ovvero il LeBron James del calcio: anche quando non si vedeva, era impressionante».

Spiegarlo alle casse della Juventus che ha subìto 16 reti in 19 partite: quattro in meno del saldo finale del campionato scorso che, di questo passo, sarà abbondantemente superato - non è però così semplice. E comunque la convinzione di Marotta è che «forse a centrocampo non siamo all'altezza delle stagioni passate, ma la rosa nel suo complesso è più valida». Forse sì o forse no: il verdetto arriverà dal campo, anche se oggi pare difficile immaginare la Signora competitiva al punto da giocarsi la Champions: magari in primavera sboccerà come il più classico dei fiori, ma per adesso viaggia a tre cilindri e ogni tanto ha pure il motore ingolfato. Quattro, finora, i ko tra i patri confini: gli stessi dell'anno scorso a questo punto della stagione, quando poi però Buffon e compagni, scottati dal ko contro il Sassuolo di fine ottobre, inanellarono una clamorosa serie di quindici vittorie in fila e addirittura di 25 in 26 match, con il solo pareggio a Bologna del 19 febbraio. Adesso ci si aspetta insomma una reazione forte, tale da fare dimenticare i 17 tiri in porta subiti a Firenze: dove la BBC (Barzagli-Bonucci-Chiellini) è apparsa sfuocata al pari di Buffon, con l'assenza dell'acciaccato Pjanic che ha impoverito oltre modo il centrocampo e dove certe lamentele contro l'arbitraggio lette non solo sui forum dei tifosi sono state respinte al mittente dagli stessi giocatori. Nervosetti, anche: sono stati infatti cinque gli ammoniti in riva all'Arno (compresi Alex Sandro e Sturaro: già diffidati, salteranno la Lazio), dove pure Allegri ha avuto da ridire con il quarto uomo (squalifica in arrivo?). Quanto al tecnico, ha aspettato il pomeriggio inoltrato di ieri per twittare il classico slogan «tutti insieme, ancora più uniti verso la leggenda». Insomma: nulla è perduto e nemmeno compromesso, ma quattro sconfitte su campi caldi (due volte a San Siro, Marassi contro il Genoa e Firenze) rappresentano più che un indizio.

Soluzioni facili peraltro non paiono esserci: in mezzo al campo difficilmente arriverà altro, anche se la Juve vorrebbe anticipare lo sbarco di Bentancur (classe 1997) dal Boca Juniors.

Mentre in difesa Evra tiene in scacco tutti, non sapendo se accettare l'offerta del Crystal Palace e congelando di conseguenza l'interesse per Kolasinac (Schalke). La soluzione last minute potrebbe essere Spinazzola (in prestito all'Atalanta): comunque sia, non la situazione ideale per una società abituata a programmare anche le virgole.

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