Calcio

La Juve divisa tra salvezza e le coppette italoeuropee

La Juve divisa tra salvezza e le coppette italoeuropee

Continua la recita della Juventus nel teatro dell'assurdo. La confusione regna sovrana, la squadra sbanda in campionato, sprofonda in classifica per decisione dei tribunali, si qualifica per le due semifinali di coppa Italia, si prepara al debutto in europa league, non conosce il proprio futuro giudiziario, ha nuovi dirigenti che stanno al football come i manager precedenti alla finanza, Allegri è un uomo solo al comando, guida una comitiva di figure sbiadite, i campioni del mondo, dico Paredes e Di Maria sono turisti strapagati e indisponenti, i due reduci da Commisso sono alla ricerca del calcio perduto, anzi se Elkann avesse un secondo di coraggio potrebbe non onorare i centoventi milioni da versare alla Fiorentina. Totale: come diceva Ennio Flaiano, la situazione è grave ma non è seria. C'è nebbia sulle teste degli juventini, nessuno sa e molti temono, la vittoria sulla Lazio è roba piccola, avrebbe provocato euforie in tempi di benessere, oggi potrebbe risultare uno scherzo del destino, in attesa di affrontare i nemici dell'Inter, il cui nuovo capitano, l'argentino Lautaro Martinez, ha dimostrato di avere assunto totale sangue nerazzurro al punto da scaricare sull'arbitro e il quarto uomo la rabbia repressa: «Vai alla Juve...» il suo invito bilioso però significativo dello stato dell'essere presente nel nostro calcio, soprattutto tra i sedicenti puri. In questo clima, causato anche e soprattutto da errori propri, la Juventus cerca di rimettersi in linea ma sono già pronti i cori per la prossima trasferta, martedì a Salerno, avversario che all'andata portò al caos di un gol annullato e alla comica della telecamera spenta. Si tratterà, come ha ricordato Allegri, di una sfida salvezza. In caso di sconfitta la Juventus, infatti, verrebbe superata dalla squadra campana, sperando che il Lecce non vinca a Cremona e così il Sassuolo contro l'Atalanta, perché, in tale evenienza, sarebbero tutte al quintultimo posto.

Come usava dire Andrea Agnelli: fino alla fine.

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