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Juve alla prova del Toro. Lei per non fermarsi, i granata per risalire

Juric ha ridato grinta, Allegri ha ritrovato la ricetta. È una sfida dove il pari non serve

Juve alla prova del Toro. Lei per non fermarsi, i granata per risalire

Potrebbe trattarsi di un derby vero. Più vero del solito. Considerato lo stato di salute del Torino e della Juventus e non tanto la loro classifica che non consente particolari euforie. Da tempo il Torino non era Toro come in queste ultime settimane, merito di Juric che viene dalla Croazia là dove per lui il derby era tra l'Hajduk di Spalato e la Dinamo di Zagabria, non proprio roba leggera. Merito della champions league che ha ridato vitamine ad Allegri e alla Juventus. Dunque le premesse ci sarebbero, meglio ricorrere al condizionale, ma ci sono alcune zone grigiastre, la prestazione dei granata a Venezia, la stanchezza dei bianconeri in coppa con un tempo di recupero (derby oggi pomeriggio) troppo affrettato che non piace ad Allegri e avrebbe fatto andare ai carboni quel raffinato di Sarri.

Ma questo è il football e poi il derby è un'altra cosa, nonostante le solite frasette degli allenatori. Per esempio Juric si sbaglia dicendo che, a differenza della sua esperienza a Genova, dove la città era divisa tra doriani e genoani, a Torino sente che la città è del Toro. Si sbaglia perché dovrebbe sapere che la maggioranza dei meridionali (che i torinesi nominano napuli e non terroni come nel reso dell'Italia) tifa per la Juventus, il resto è effettivamente vecchio cuore granata, con tutti gli annessi di nostalgia storica e di rispetto massimo che quel colore si porta appresso. Di certo non è Cairo l'uomo che trasmetta questa nuova temperatura, così come non lo è Allegri che pure ha scelto, anche da disoccupato, la città come domicilio fisso, semmai è il sodale di Cairo, al secolo Agnelli, a sentire qualcosa di questa partita e non voglio riferire come appelli l'avversario, per evitare tumulti.

Si risente l'aria giusta, lo stadio ritrova il popolo anche se non la folla, la partita può significare la svolta e la crisi per entrambe, il Torino deve risalire, la Juventus non può rifermarsi, detto e scritto così si potrebbe annunciare un pari diplomatico ma non servirebbe a nessuna delle due e, invece, aiuterebbe le altre che ne approfitterebbero. Juric non avrà ancora Belotti, Zaza e Pjaca e sono assenze pesanti, pari a quelle di Morata e Dybala per Allegri, ma nelle difficoltà viene fuori lo spirito di questa partita che ha bisogno assolutamente di ritrovare tutto il clima del suo passato remoto.

La città freme, in verità, per un altro evento, l'elezione del sindaco e qui il pareggio non è consentito.

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