Come scaricare l'affitto: la detrazione nel 730

Da marzo scorso sono intervenute delle importanti novità sulla detrazione della casa o d’affitto

Come scaricare l'affitto: la detrazione nel 730
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Nel compilare la propria dichiarazione dei redditi, una delle spese che più incidono sulle detrazioni ottenibili da parte del contribuente, è quella relativa all’affitto.

Per le famiglie con studenti universitari fuori sede o per i lavoratori che operano lontano dal comune di residenza, sicuramente, la questione di come “abbassare” l’impatto sul proprio portafogli delle spese relative alla camera o casa affittata è molto importante. A partire da marzo scorso, inoltre, sono intervenute importanti novità che è bene conoscere.

Vediamo meglio di cosa si tratta e cosa cambia.

Come funziona del detrazione per l’affitto

Le detrazioni per le spese di affitto permettono di "scaricare" dalle tasse dovute in sede di dichiarazione dei redditi, le spese sostenute per l'affitto pagato nell'anno precedente.

In pratica, portare queste spese in detrazione consente di ridurre l’importo da versare al fisco, ma solo se si riferiscono a immobili utilizzati come abitazione principale. È il caso, ad esempio, degli studenti universitari fuori sede che vivono buona parte dell’anno in affitto dovendo frequentare i corsi e sostenere gli esami; oppure dei lavoratori il cui impiego si trova lontano dalla propria residenza, rendendo necessario affittare un appartamento o una stanza.

Logicamente, trattandosi di detrazioni, è possibile detrarre solo il 19% delle spese sostenute ma cambiano gli importi e i massimali.

Come funziona e cosa cambia

Esistono diverse casistiche in base al reddito e alla tipologia di contratto di affitto.

Ad esempio, per gli inquilini a basso reddito con contratti di locazione a libero mercato spetta una detrazione complessiva di 300 euro, se il proprio reddito non è superiore ai 15.493,71 euro. L’importo scende a 150 euro, invece, se il reddito è superiore a 15.493,71 euro ma inferiore a 30.987,41 euro.

Nel caso di canoni concordati, invece, le detrazioni sono rispettivamente di 495,80 euro o di 247,90 euro in relazione agli stessi importi di reddito già descritti.

Per i giovani sino ai 31 anni che vivono in affitto, invece, qualora il reddito non sia superiore a 15.493,71 euro spetta una detrazione fissa di 991,60 euro sino ad un massimale di 2mila euro se superiore al 20% del canone annuo. In questo caso stiamo parlando di giovani, non di studenti universitari fuori sede (distanti almeno 100 km dal luogo di residenza) la cui detrazione è 19% ed è calcolabile su un importo non superiore a 2.633 euro.

Per i lavoratori fuori sede, invece spetta una detrazione di:

  • 991,60 euro, se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro.
  • 495,80 euro, se il reddito complessivo è compreso tra i 15.493,72 e i 30.987,41 euro.

Le novità introdotte da marzo

Le novità riguardano i nuclei in affitto. Da marzo scorso è possibile ottenere una detrazione fino a 7mila euro per l’abitazione principale con un incremento di 500 euro per ogni figlio convivente e carico successivo al secondo.

Questa detrazione potrà essere fruita solo se in alternativa

alla detrazione per i nuclei che possiedono una casa; questo significa che una famiglia che possiede una casa di proprietà ma che, per varie ragioni (magari di lavoro) abita in un’altra abitazione, dovrà scegliere se detrarre le spese d’affitto o quelle sulla casa.

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