Torino Immagina, puoi: era lo slogan di una pubblicità di non troppo tempo fa. Allora: se uno volesse immaginare una classifica cattiva nei confronti della Juventus, oggi avrebbe gioco facile. Perché, se la Roma e la Lazio vincessero oggi i recuperi che li attendono rispettivamente contro Sampdoria e Udinese, i campioni d'Italia sarebbero addirittura fuori dalla zona Champions. Follia solo pensarci, negli ultimi anni. Ultimamente, però, la creatura di Allegri fa acqua un po' dappertutto tranne che in attacco: a una media realizzativa così alta (37 reti in 13 partite di campionato), ne corrisponde un'altra meno lusinghiera in quanto a gol subiti. Addirittura 14: troppi, decisamente. Perché non è nelle corde dei bianconeri essere cicala piuttosto che formica: c'è qualcosa che non funziona ed è sotto gli occhi di tutti.
Anche perché sono gli stessi giocatori a dirlo: «Manca la voglia di soffrire», ha detto Chiellini a Marassi. E ieri lo ha ribadito pure Barzagli, a Sky: «Confermo, sì. La partita contro il Barcellona sarà fondamentale, dobbiamo capire che c'è ancora modo di stare in campo in una certa maniera. Aver vinto sei scudetti di fila non significa che tutto sia dovuto». Lanciato l'allarme, con il Napoli scappato a più quattro, ci si rituffa insomma in Europa anche per prendere fiducia in vista degli scontri diretti di serie A. Perché, dopo il Crotone da ospitare domenica sera, la Juve andrà a Napoli e, prima di Natale, affronterà anche Inter e Roma: staccare il biglietto per gli ottavi di Champions battendo domani Messi e compagni equivarrebbe a una bella iniezione di fiducia. «Se non si è reattivi con la testa, si prendono gli schiaffi anche quando non li si merita ha scritto Allegri sui social - Bisogna reagire con positività. I giorni da qui al 6 gennaio diranno tanto su chi siamo e dove vogliamo andare».
Il più avanti possibile, ovviamente. Ritrovando cattiveria e compattezza, recuperando il miglior Dybala (dal quale si aspettano segnali di vita anche in Champions) rimettendosi in sostanza il vestito delle grandi occasioni.
Se poi anche qualcuno dei nuovi arrivati decidesse di dare una mano concreta, Marotta e lo stesso Allegri tirerebbero un sospiro di sollievo: a Marassi si è per esempio visto finalmente (sia pure solo nel finale) un Douglas Costa meno fumoso di altre volte. Potrebbe essere un buon inizio, pur se il salto di qualità cui è attesa la Signora è nella fase di non possesso palla.
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