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Juve, il silenzio di Agnelli. La via della ripartenza è il sacrificio di De Ligt

Sarebbe servita protezione alla squadra. Solo dalla cessione dell'olandese i soldi per il rilancio

Juve, il silenzio di Agnelli. La via della ripartenza è il sacrificio di De Ligt

Dal bacio alla pedata, è un attimo. Juventus-Inter si riassume in due fotogrammi, l'abbraccio affettuoso tra Agnelli e Zhang al mattino e, a sera, la baruffa in campo con eventuale calcio di un interista ad Allegri. Interessante, come da protocollo sabaudo, il silenzio del club bianconero, impegnato nella superleague e affinità varie, un po' meno nella protezione della squadra dopo una sconfitta, di qualunque coppa o campionato. La profezia fantozziana di Nedved prima di Genoa-Juventus, con l'azzardo su Kean attaccante da 25 gol, è stata bissata dal vaticinio di Arrivabene che ha garantito un prossimo anno esplosivo di Vlahovic come accadde a Ibrahimovic dopo una prima stagione di critiche. In verità nel caso di Zlatan accadde esattamente il contrario ma queste sono bazzecole che soddisfano soltanto noi giornalisti maniaci e incompetenti.

La Juventus ha finito male dopo aver cominciato malissimo. Senza ritornare su episodi sfavorevoli, arbitraggi, infortuni e contrattempi, è il tempo di pensare al futuro prossimo, possibilmente senza dimenticare il passato che sembra creare allergie e fastidi e viene considerato preistoria proprio da chi viaggia grazie a quel passaporto. La squadra è da riequilibrare ma la cassa non permette più colpi di teatro. La partita contro l'Inter ha ribadito i limiti tecnici, tattici e di personalità di un gruppo che ha smarrito le caratteristiche del proprio identikit, cinismo, cattiveria agonistica, leadership, eccelse qualità individuali e società di grande identità. Centrocampo e difesa sono i reparti che dovrebbero preoccupare maggiormente, la terza linea va ricostruita, arrivando al sacrificio, si fa per dire, di De Ligt il cui costo iniziale, cartellino e salario, non hanno più giustificazione anche perché l'olandese sembra avere smarrito le doti di orgoglio e temperamento che lo avevano portato, a diciannove anni, a diventare il capitano dell'Ajax.

La clausola di De Ligt è di cento milioni ma un'offerta più bassa verrebbe accettata per provvedere ad acquistare altri difensori. A centrocampo, da qualche tempo si sussurra dell'arrivo di Pogba, il mormorio arriva proprio da casa Juventus, il francese non ha offerto negli ultimi due anni immagini positive, la vita bella inglese, tra auto di lusso e affinità varia, lo ha cambiato, oggi nessun club di Premier lo vorrebbe, lo stesso nella Liga, soltanto il Paris potrebbe offrirgli il dovuto ma il rapporto con il mondo Juve è rimasto vivo e non si può escludere un ritorno del polpo le cui qualità sono nettamente superiori e migliori dei vari Arthur e Zakaria e dello stesso Locatelli. Non va trascurata la voce relativa alle cifre sontuose per i riscatti di Chiesa, Kean e Morata, oltre i cento milioni, appena compensate dalla cessione di Kulusevski.

Poi c'è l'argomento Allegri, la sua filosofia di lavoro e di gioco, il suo momento professionale, lo staff non sempre all'altezza delle esigenze ma tutto ciò sotto la corazza di un contratto pesante a livello contabile.

La Juventus è nelle mani di Andrea Agnelli, meno baci e più urla.

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