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Juve-Toro, il derby è servito in coppa

Allegri, poco turnover: «Mai fidarsi del Toro». Gioca Szczesny: «Lui è il futuro»

Juve-Toro, il derby è servito in coppa

Torino Il derby della Mole per un posto in semifinale di coppa Italia. Stasera, ovviamente a Torino. Dove si prevede una temperatura superiore allo zero e, visto il periodo, pare già una discreta notizia. Peraltro, vista la mosceria sabauda di questi giorni di festa - nessuna manifestazione di piazza per il Capodanno e negozi chiusi in quantità, con tanti saluti a chi gli anni scorsi si era goduto una città vestita a festa la stracittadina calcistica rappresenta uno dei pochi eventi in grado di radunare migliaia di persone.

Juventus contro Torino, allora. Per il secondo derby della stagione: il primo, giocato il 23 settembre sempre allo Stadium, non ebbe storia e i bianconeri rifilarono un sonoro poker ai cugini. Stasera, chissà: la logica dice Juventus, ma la squadra di Mihajlovic ha già eliminato la Roma fuori casa e un ulteriore colpaccio ne impreziosirebbe una stagione fin qui parecchio contraddittoria. Così come non pare del tutto lineare la decisione societaria di non dare la parola al tecnico, che si concede solo alla Rai per dire che «vogliamo fare una partita da Toro». Il match si disputerà lo stesso, per l'undicesima volta in casa bianconera in occasione della coppa Italia: la storia dice che soltanto una volta il Toro è riuscito ad avere la meglio, a fronte di tre pareggi e sei sconfitte. L'unico successo granata risale alla stagione 1981-82 grazie allo 0-1 firmato da Beppe Dossena: per gradire, va anche detto che nei 10 derby della Mole di Coppa chez Juve, la Signora ha messo a segno 17 reti contro le 8 siglate dai granata, sconfitti pure nettamente (4-0) nell'ultimo precedente del 16 dicembre 2014.

«La Coppa è un nostro obiettivo, come la Champions e il campionato - così Allegri - Prima della sosta dobbiamo prenderci la qualificazione e vincere sabato a Cagliari, altrimenti butteremo tutto quello che abbiamo fatto finora». Bulimico, al solito, nonostante l'altrettanto solito mezzo sorriso. E se il Toro avrà parecchie assenze (Belotti innanzi tutto, ma anche Ljajic, Lyanco, Ansaldi, Edera e Barreca), pure alla Juve mancano Buffon, Howedes, Cuadrado e De Sciglio. Avrà un po' di spazio chi finora ha giocato meno, «ma non troppi, perché la partita non va sottovalutata». Certamente giocherà Dybala («non so se da centravanti o se in coppia con uno tra Mandzukic e Higuain»), quasi di sicuro Marchisio. In porta, ovviamente, Szczesny: «L'erede di Buffon sarà lui», ha confermato nuovamente Allegri spegnendo le voci di mercato che vorrebbero i bianconeri interessati a Donnarumma. A proposito di portieri, per l'occasione il numero uno granata sarà Milinkovic-Savic ovvero il fratello del centrocampista laziale: in coppa Italia ha già preso una traversa su punizione contro il Carpi e parato un rigore a Dzeko. Ne combinasse un'altra delle sue (in senso buono), magari il Toro avrebbe qualche chance in più di accedere alle semifinali: molto atteso anche Niang, schierato come vice Belotti e pare ultimamente più vivo del solito.

«Per passare il turno, non potremo ripetere la brutta prestazione di Verona», ancora Allegri. Bravo comunque ad avere ricostruito una Juve concreta e camaleontica, capace di vincere pur in giornate quasi storte.

«Buffon mi ha definito poco pubblicizzato? Lo ringrazio, ma io mi diverto a fare l'allenatore, quando esco dal campo, ho altro da fare. Non sono uno che vive di calcio 24 ore su 24, altrimenti mi rincoglionirei parecchio». Magari il segreto sta proprio lì.

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