Juventus, la rimonta è di rigore

Callejon illude il Napoli, poi ci pensano Higuain e Dybala dal dischetto tra i veleni

Juventus, la rimonta è di rigore

Veleni, proteste, polemiche e arbitri nel mirino. Campionato e coppa Italia non fa differenza e questa volta al centro del caos finisce Paolo Valeri, professione, manco a dirlo, arbitro. Due rigori concessi, uno netto e uno molto molto dubbio, un altro negato che poteva starci e una marea di discussioni in campo e tra moviolisti improvvisati e non fuori. E sì, in campo c'è anche il risultato con la Juventus che batte il Napoli 3 a 1 nella semifinale di andata di coppa Italia ed ipoteca la finalissima. Ma questo sembra quasi interessare meno. Eppure anche se c'è chi la chiama coppetta e la snobba, quando si arriva alla fine e le partite iniziano a contare, della coppa Italia importa eccome. Ecco perché Juventus e Napoli se la giocano, alla faccia dei luoghi comuni e della formula assai discutibile. La Juve fa festa, ancora, il Napoli sbuffa di rabbia e recrimina.

Paradossalmente è il Napoli a fare più cambi rispetto alla formazione tipo. Sarri accontenta De Laurentiis e fa turnover: dentro Maggio e Strinic sulle fasce, Milik torna dal primo minuto al centro dell'attacco ma soprattutto spazio finalmente all'oggetto misterioso Marko Rog, strapagato in estate e quasi mai visto in azione. Il giovane dimostra di poterci stare, eccome. Allegri cambia modulo ma pochissimi interpreti. Intoccabile il tridente Mandzukic-Higuain-Dybala con il Pipita unico terminale.

Pesano forse i tanti impegni tra campionato e coppe ma l'avvio è sotto tono e le occasioni più importanti nascono da episodi. Dybala è anticipato su lancio lungo di Bonucci, Mandzukic costringe Reina al tocco salva risultato su un colpo di testa da calcio d'angolo; Insigne e Rog ci provano da fuori senza preoccupare Neto, portiere di coppa. Ma la musica cambia intorno alla mezz'ora. Prima è la Juve a sfiorare il gol con un'azione da applausi sull'asse Asamoah-Higuain, con il Pipita che calcia di punta in stile calcetto e manda alto. Passano tre minuti e tocca al Napoli replicare, stavolta con effetti diversi. Scambio ad alto tasso tecnico tra Insigne e Milik, tocco del napoletano per Callejon che sul secondo palo sfugge ad Asamoah e batte Neto. 0-1 e Stadium ammutolito. La Juve fatica un pochino, non è il solito rullo compressore, ma non molla e agli sgoccioli del primo tempo sfiora il pari con Mandzukic prima e Lichtsteiner poi ma in entrambi i casi è bravissimo Reina a respingere.

Allegri non gradisce: nell'intervallo toglie Lichtsteiner e mette Cuadrado tornando allo schema offensivo che tante soddisfazioni gli sta dando. Un caso, o forse no, e alla prima azione Koulibaly stende Dybala in area. Rigore che lo stesso argentino trasforma. Non è un caso invece che da qui in poi è tutta un'altra Juve e che il Napoli inizi a soffrire molto di più. Higuain ringrazia, approfitta dell'uscita a vuoto di Reina sul cross di Cuadrado e mette dentro il 2 a 1. Ma la partita si gioca sui nervi, si scalda, si accende e deflagra al minuto 67. Napoli in avanti, Albiol è toccato da Pjanic e cade, Valeri lascia proseguire. Higuain lancia Dybala, Cuadrado va all'uno contro uno con Reina che tocca prima il pallone poi il colombiano. Per Valeri è rigore e il campo diventa una bolgia.

L'arbitro è accerchiato da tutti i giocatori del Napoli, Reina è furibondo, volano cartellini gialli ma Valeri è irremovibile, Dybala è glaciale e segna dal dischetto per il 3 a 1 che vale mezza finale.

Finisce così. Ancora polemiche, discussioni, moviole e veleni. E' il calcio made in Italy, bellezza. E sembra davvero che non ci si possa fare nulla.

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