Kean, Dybala, Emre Can. Lo scudetto a un punto ma Juve in bianco e nero

Il baby tenta Allegri, però contro l'Ajax c'è CR7. La Joya in caduta libera, un guaio il tedesco ko

Kean, Dybala, Emre Can. Lo scudetto a un punto ma Juve in bianco e nero

Il Milan significa scudetto a un passo, un punto complice il pareggio del Napoli con il Genoa. E un nuovo eroe. Ma anche scorie in casa Juventus. Non tanto per le proteste di Leonardo nello stanzino dell'arbitro, dalle parti dell'Allianz Stadium se ne sono viste di peggio, comprese le scritte sugli scudetti nei corridoi dello stadio. L'ottavo titolo di fila in cassaforte con così largo anticipo, mette la Signora nelle condizioni ideali per tentare l'assalto alla Champions League. Quello che voleva l'allenatore, quando si ritrovò tra le mani il calendario. Anzi, si è andati oltre le più rosee aspettative.

Grazie anche a Moise Kean, che di fatto ha segnato il gol scudetto. Chi mastica calcio, sa che un giocatore in uno stato di grazia simile, va sfruttato fino in fondo. E Allegri lo sta facendo alla perfezione. Una volta titolare, l'altra a partita in corso: una gestione perfetta del nuovo fenomeno del calcio italiano che segna come nessuno in Europa, il quarantadue per cento dei tiri tentati. Un giocatore che in meno di un mese ha realizzato sette gol in sette partite, tra Juventus e Nazionale. In Olanda, dove l'Ajax avrebbe voluto portarlo nella prossima estate, potrebbe essere l'arma da sfruttare a partita in corso. Con il Milan dopo che c'era riuscito con l'Empoli, ha confermato anche di avere la capacità di essere letale uscendo dalla panchina.

Ha superato il banco di prova Milan, al contrario di Paulo Dybala. Ecco uno degli effetti collaterali post Diavolo. Fino al rigore del pareggio procurato e realizzato il dieci bianconero era stato di gran lunga il peggiore in campo. Doveva uscire prima, la fortuna ha aiutato Allegri, ma l'argentino è durato soli altri cinque minuti e quando è tornato in panchina la stizza è stata evidente. L'allenatore bianconero ha fatto spallucce e soprattutto dato una tiratina d'orecchie: «In una squadra di campioni bisogna combattere per mantenere il posto». E in questo momento la Joya è dietro nelle gerarchie. Nel ruolo di tuttocampista, Bernardeschi ha messo la freccia da tempo. Come attaccante non ha davanti solo il rientrante Cristiano Ronaldo («che voleva già giocare con il Milan», Allegri dixit) e l'intoccabile Mandzukic. Adesso Dybala se la gioca partendo da una posizione di svantaggio con il predestinato Kean. Tra le scorie bianconere anche la caviglia destra di Emre Can: preoccupa non tanto per la gravità, non si è particolarmente gonfiata ma fa male, quanto perché complica i piani di Massimiliano Allegri. Perché l'allegrata inventata nel ritorno contro l'Atletico Madrid, con il tedesco nella posizione liquida a galleggiare tra centrocampo e terzo di difesa, diventa improponibile. L'alternativa potrebbe essere Khedira, rientrato dopo l'operazione al cuore proprio contro il Milan. Ha sorpreso Allegri per i settanta minuti giocati a buon ritmo, ma da qui a vederlo titolare alla Johann Cruijff Arena ce ne vuole. Di certo non può esserlo Bentancur uscito malconcio dal Wanda Metropolitano in quella posizione fluttuante.

Per Allegri una possibile emergenza a centrocampo, fondamentale per arginare il pressing olandese che scatena poi l'attacco dei lancieri, a quota cento gol in campionato dove ha agganciato in vetta il Psv. Allegri dovrà gestire le porte girevoli dell'infermeria bianconera: per uno che esce, ce n'è almeno uno che rientra. Cancelo ieri si è allenato in gruppo, parzialmente lo ha fatto Cristiano Ronaldo.

Il tecnico ha rivelato di aver avuto la forza di non farlo giocare contro il Milan. Difficile che riesca a farlo anche ad Amsterdam. Tenerlo in panchina significherebbe evitare rischi, ma a quel punto il dilemma sarebbe Kean o Dybala? Il destino ha già scelto.

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