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Le lacrime del cannibale Marquez: "La vittoria che mi rende più uomo"

Il trionfo dopo un calvario di 11 mesi in cui ha rischiato di non poter più usare il braccio

Le lacrime del cannibale Marquez: "La vittoria che mi rende più uomo"

Marc Marquez è tornato. Dal via al traguardo, per 30 lunghissimi giri, lo spagnolo della Honda ha rivissuto, chilometro dopo chilometro, il calvario di 9 mesi lontano dalla corse, l'incidente, le 3 operazioni e la paura di non tornare più quello di prima: il Cannibale capace di vincere 9 titoli e ben 10 successi sulla pista tedesca. Sulla carta tutti, a partire da Valentino Rossi, lo davano per favorito, ma Marc doveva provarlo a se stesso. Complice un tracciato con tante curve a sinistra e il meteo, ha disegnato il suo ritorno, come uomo, prima che come pilota.

Tagliato il traguardo, Marquez piange. Lacrime di gioia per scacciare un incubo lungo 10 mesi: «È uno dei momenti più importanti e difficili della mia carriera, più importante per il Marc uomo che pilota», racconta, «sapevo di avere una grande opportunità, ma dopo 3 cadute consecutive non era facile mentalmente». La chiave del successo è stata una partenza perfetta. «Mi sono detto che valeva la pena provarci. Che dovevo rimanere coi migliori. Quando dopo qualche giro hanno cominciato a cadere delle gocce di pioggia, ho capito che era giunto il mio momento, così ho spinto e costruito un gap». Marquez non vinceva da Valencia 2019: «Un'eternità. Ho rivissuto la sofferenza di questo ultimo anno». La dedica è al team che lo ha sempre sostenuto anche in caso di divergenze. Il team principal Alberto Puig era infatti contrario al suo ritorno lampo a Jerez 2. «Quando sprofondi tanto in basso, puoi risalire solo grazie all'aiuto del team, della famiglia, dei dottori e degli amici. In questi mesi mi sono isolato dai commenti e concentrato solo su di me». Nel 5 volte campione del mondo Mick Doohan, Marc ha trovato un mentore e una via per uscire dal tunnel. «Al Mugello abbiamo parlato un po' e gli ho detto che volevo chiamarlo per sapere la sua situazione nel 1992 e nel 1993. Da quella telefonata ho capito tante cose. Quando lui parlava ho chiuso gli occhi, siamo stati mezz'ora al telefono, ma parlava solo lui, io ascoltavo e basta. Nel suo calvario ho rivisto il mio. Mi ha descritto così bene le sensazioni che vivevo che è stata una vera svolta, uno switch nella mia testa». Adesso che Marc è tornato a trionfare, chi potrà fermarlo?

Con il 3° posto dietro Oliveira, Quartararo su Yamaha aumenta il suo vantaggio in classifica (+22) sulla Ducati Pramac dell'altro francese Zarco. «Questo podio vale oro: ho avuto problemi per tutto il fine settimana, ma ho lottato e adesso non vedo l'ora di rifarmi ad Assen». Il migliore degli italiani è Bagnaia, 5°, bene Valentino Rossi (14°), andato a punti insieme al fratello Luca Marini (15°).

È stata una domenica da dimenticare invece per Enea Bastianini (16°), che il prossimo anno correrà con il team Gresini Ducati, e per Morbidelli, penultimo dietro a Viñales.

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