L'amara ammissione di Allegri: "Siamo solo da metà classifica"

Allegri non ha usato giri di parole per commentare l'ennesimo ko in campionato: "Le qualità ci sono e le cose si sistemeranno. C'è stato un confronto ma le parole non servono a niente"

L'amara ammissione di Allegri: "Siamo solo da metà classifica"

È un Massimiliano Allegri realista quello che si è presentato davanti alle telecamere per commentare la sconfitta, l'ennesima in campionato, subita contro il Verona di Igor Tudor:"In questo momento siamo una squadra da metà classifica". Il tecnico della Juventus ha poi continuato cercando di essere un po' ottimsta: "Le qualità ci sono e le cose si sistemeranno. C'è stato un confronto ma le parole non servono a niente. Serve solo lavorare: dobbiamo prenderci delle responsabilità e accettare la realtà. Non c'è da parlare: c'è da stare zitti, stare in silenzio, e lavorare, che è la cosa più importante".

Allegri crede che non serva a niente piangersi addosso e che ora come ora l'unica cosa da fare sia concentrarsi di partita in partita non pensando a lungo termine: "Credo che lo step di oggi sia uno step quasi finale per il campionato, quindi pensiamo alla Champions e poi alla Fiorentina: martedì è importante per il passaggio del turno in Europa. Piangersi addosso non serve, serve solo pensare a quel che dobbiamo fare".

Una situzione difficile

La Juventus si ritrova con 15 punti in classifica in 11 giornate: ne ha dunque persi per strada 18 frutto di 4 sconfitte e 3 pareggi. 15 gol realizzati e 15 subiti con una differenza reti di 0: questo è quello che ha raccolto la Vecchia Signora in questa prima parte di campionato davvero amaro e negativo. Se domani il Napoli vincerà il derby contro la Salernitana e se il Milan sbancherà l'Olimpico di Roma, allora la Juventus scivolerebbe a meno 16 dalla vetta, un'enormità per una squadra che fino a due anni fa vinceva il suo nono scudetto consecutivo.

Toccherà ora ad Allegri trovare la soluzione giusta per uscire da una crisi di gioco e di risultati senza precedenti che hanno forse fatto capire, se ancora ce ne fosse bisogno, come

Maurizio Sarri prima e Andrea Pirlo poi non fossero i reali problemi di una squadra che ha subito un cambio generazionale notevole e che forse attualmente non ha la rosa più forte e completa della Serie A.

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