Il 2017 è l'anno dell'Apocalisse, su questo non v'è alcun dubbio. A mente fredda, è un fatto acclarato che la mancata qualificazione al Mondiale in Russia sia un clamoroso disastro sportivo per il nostro Paese, calciofilo se ce n'é uno, e che porterà con sé strascichi sul piano sportivo e morale e inevitabili conseguenze pure sul piano finanziario. La debacle azzurra, ahinoi, peserà a suon di milioni sulle casse dello Stato.
È senza dubbio il punto più basso mai raggiunto dal pallone tricolore, sgonfiatosi in quel di San Siro sotto i colpi (e le botte) dei lungagnoni svedesi. Perché se è vero che pure sessant'anni fa l'Italia perse il treno Mondiale, è anche vero che nel 1958 in Svezia ecco, l'incubo che ritorna - alla fase finale accedevano in sedici non in trentadue come avviene adesso.
Tanti, troppi i responsabili di questo fallimento: due su tutti, Ventura e Tavecchio, comandanti del Titanic azzurro affondato in una notte di novembre, un destino duro da accettare ma paventato dopo le pessime figure ai due ultimi mondiali. Soltanto che ora, per rimediare, è già troppo tardi.
Di certo è la sconfitta di un intero Paese, che in estate dovrà fare a meno del pallone, ossia il passatempo che per 90 minuti scaccia via pensieri, problemi, paure che attanagliano il vivere quotidiano.
Cielo tutt'altro che sereno sotto la Madonnina, dove Leonardo Bonucci e Gigio Donnarumma, in crisi di identità, sono simboli del fallimento del nuovo corso Milan - a parte la gioia nel derby in coppa Italia deciso da un gol del giovane Cutrone, che peraltro in termini di fame e grinta ad oggi vale più di tutti i giocatori strapagati nel mercato estivo - e non possono affatto sorridere dopo questo primo scorcio di campionato. Bonucci che, come Dybala, anch'egli triste e rabbuiato e di recente spesso seduto in panchina, condivide a malincuore col suo ex compagno bianconero la terribile nottata di Cardiff. Quattro ceffoni che la Signora si ricorderà a lungo.
In giro per l'Europa, poi, ha incassato batoste pure l'Armani, che con Repesa ha mancato l'appuntamento con la finale scudetto. Dalle scarpette rosse agli uomini in rosso, che dire della Ferrari? Dopo un avvio scoppiettante, la seconda parte di stagione, in cui la Rossa ha giocato agli autoscontri e si è fatta fuori da sola nella lotta per il titolo iridato, è stata mortificante. E che dire di Valentino disperso per colpa dell'infortunio e dei limiti della Yamaha?
Eppoi l'annus horribilis ha colpito pure Zamparini, il patron del Palermo retrocesso dalla A alla B - ma campione d'inverno nel torneo cadetto - e che si dice - avrebbe un buco nel bilancio di oltre settanta milioni di euro. Per non parlare di Sara Errani, squalificata due mesi per doping per colpa di un piatto di tortellini in brodo della mamma...
Ma è stato un anno nero pure per gli sport di squadra: il basket e il volley (Gallinari e Zaytsev autoesclusi), femminile e maschile, agli Europei ha chiuso il proprio cammino ai quarti di finale; stesso percorso per Setterosa e Settebello, benché a un Mondiale. Sei squadre su sei fuori ai quarti: se non è una maledizione questa...
Infine, il triste e drammatico epilogo
di Usain Bolt, battuto nei suoi 100 metri dal reietto Gatlin (al centro di un ennesimo caso doping) e crollato a terra per un infortunio muscolare in staffetta proprio nell'ultima gara della carriera. Un addio da incubo.
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